Roma — Un impegno concreto per contrastare lo spopolamento e garantire pari diritti ai cittadini delle isole minori. È questo il cuore del discorso pronunciato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in apertura degli Stati Generali delle Isole Minori Marine, evento promosso dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci.
Per la prima volta, un Governo dedica un’intera iniziativa a questi territori, definiti dalla premier “meravigliosi tasselli del mosaico geografico, identitario, culturale, economico e sociale della nostra Nazione”. Un riconoscimento che arriva in un momento cruciale, in cui le isole minori rischiano di trasformarsi in luoghi abitati solo nei mesi estivi, con gravi ripercussioni sul tessuto sociale e produttivo.
Meloni ha evidenziato le difficoltà quotidiane affrontate dai 220 mila residenti dei 35 comuni insulari: carenze nei servizi sanitari, scolastici e di mobilità, costi più alti, stagionalità del lavoro e crisi dei settori tradizionali come agricoltura e pesca. Tutti fattori che alimentano il calo demografico e lo spopolamento.
Un piano per invertire la rotta – «Il nostro obiettivo è fare in modo che le isole minori siano luoghi da vivere tutto l’anno», ha dichiarato la presidente. Il Governo ha già stanziato oltre 100 milioni di euro per interventi su infrastrutture portuali, scuole ed edifici pubblici, e sta lavorando a un nuovo provvedimento di sistema, atteso in Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane, che prevede ulteriori risorse e azioni mirate.
Un processo lungo, ma necessario – Meloni ha riconosciuto che il percorso sarà complesso e richiederà tempo e dedizione, ma ha ribadito la volontà politica di portarlo avanti: «Ogni pezzo della nostra Nazione è un pezzo della nostra identità, che vogliamo difendere e consegnare a chi verrà dopo di noi».
Con questo intervento, il Governo punta a trasformare le isole minori da territori marginali a protagonisti di una nuova stagione di sviluppo e inclusione. Un messaggio chiaro: l’insularità non deve essere una condanna, ma una risorsa da valorizzare.
Ant Ier