Crisi istituzionale con l’ombra di un colpo di Stato in Madagascar. Il Presidente Andry Rajoelina è stato destituito dal Parlamento, immediatamente prima che un’unità militare d’élite dichiarasse di aver assunto il controllo del Paese. L’Assemblea Nazionale (la Camera bassa) ha votato l’impeachment nei confronti di Rajoelina con una maggioranza schiacciante per “diserzione dal servizio”. La risoluzione è stata approvata con 130 voti a favore, superando ampiamente la soglia costituzionale dei due terzi richiesta, a seguito di settimane di violente manifestazioni antigovernative che hanno spinto il capo di Stato a lasciare il Paese.
Pochi istanti dopo la ratifica dell’impeachment, l’unità militare speciale Capsat – già schierata con i manifestanti – ha ufficializzato il cambio di regime. “Abbiamo preso il potere”, ha dichiarato il colonnello Michael Randrianirina, capo del Capsat, leggendo una dichiarazione davanti a un edificio governativo. La Presidenza, tuttavia, ha immediatamente respinto l’impeachment, definendo il voto “privo di qualsiasi base giuridica”.
Fuggito dal Paese e ora formalmente destituito, l’ormai ex presidente Rajoelina ha rotto il silenzio con una diretta sui social media. “Un gruppo di militari e politici aveva pianificato di assassinarmi”, ha dichiarato, giustificando la sua fuga come una mossa obbligata per nascondersi. Accuse durissime, ma prontamente respinte dal colonnello Randrianirina: l’esercito non ha mai avuto intenzione di “torcergli nemmeno un capello”, bollando le dichiarazioni del capo dello Stato come infondate.
La grave instabilità politica affonda le sue radici nelle proteste di massa iniziate lo scorso 25 settembre a causa delle interruzioni di acqua ed elettricità. La rabbia popolare si è rapidamente intensificata, riflettendo una più ampia insoddisfazione nei confronti del governo Rajoelina, accusato di non aver saputo gestire l’elevata disoccupazione, la corruzione dilagante e la crisi del costo della vita. Ironia della sorte, l’unità Capsat aveva svolto un ruolo chiave anche nella rivolta del 2009, che all’epoca portò proprio Rajoelina al potere.