A pochi giorni dall’apertura della COP30 in Brasile, le Nazioni Unite lanciano un severo avvertimento alla comunità internazionale. Secondo l’ultimo Rapporto sul Divario delle Emissioni (Emissions Gap Report) del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), gli attuali impegni globali di riduzione dei gas serra sono drammaticamente insufficienti a scongiurare impatti climatici catastrofici.
Il rapporto annuale rivela che, anche se tutti i Contributi Nazionalmente Determinati (NDC) presentati dai Paesi venissero integralmente attuati, il mondo si dirigerebbe verso un aumento medio della temperatura globale compreso tra i 2,3°C e i 2,5°C entro la fine del secolo (2100).
Questo intervallo di riscaldamento è ben al di sopra della soglia di sicurezza stabilita dall’Accordo di Parigi, che mira a limitare l’aumento delle temperature “ben al di sotto dei 2°C e, idealmente, a 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali: “Ci stiamo dirigendo verso una grave escalation dei rischi e dei danni climatici. L’ambizione e l’azione non sono neanche lontanamente ai livelli necessari globalmente o collettivamente.”
Gli scienziati sono concordi nel definire il limite di 1,5°C come un “guardrail” cruciale. Superare tale soglia, e in particolare raggiungere i 2,5°C, significherebbe innescare conseguenze irreversibili e devastanti, tra cui: Accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. Aumento della frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi (ondate di calore, inondazioni, siccità). Rischio di superamento di “punti di non ritorno” climatici (come il collasso delle barriere coralline tropicali o lo scioglimento improvviso del permafrost).
Il Rapporto UNEP, pubblicato alla vigilia della trentunesima Conferenza delle Parti (COP30) delle Nazioni Unite sul clima, che si terrà a Belém, in Brasile, serve come ultima e pressante richiesta ai leader mondiali affinché rafforzino i propri piani di riduzione delle emissioni in modo immediato e sostanziale.