Russia e Ucraina: il Natale diverso e gli scenari a breve termine

Il Natale di Putin

Il Presidente russo Vladimir Putin ha assistito, in perfetta solitudine, alla cerimonia ortodossa relativa alla celebrazione del Natale nella Cattedrale dell’Annunciazione del Cremlino, a Mosca. Negli anni passati, aveva  partecipato alle celebrazioni in chiese che si trovavano in altre regioni della Federazione, ma già l’anno scorso si era  recato in una chiesa, più vicina alla sua  usuale residenza, sita a Novo-Ogaryovo.

Il Natale in Ucraina

In Ucraina si celebra oggi il primo Natale ortodosso dall’invasione russa. Il 7 Gennaio è il giorno di Natale per le Chiese orientali cattoliche e le Chiese ortodosse che seguono ancora il calendario giuliano. Il metropolita Epifanio, capo della Chiesa ortodossa autocefala dell’Ucraina, ha celebrato per la prima volta dalla separazione  dal patriarcato di Mosca una funzione natalizia nella cattedrale della Santa Dormizione a Kiev sostenendo che: «L’anno passato è stato un periodo di dolore, sofferenza, perdite irreparabili, distruzione materiale e spirituale. Ma allo stesso tempo è stato un anno di straordinario sacrificio e sostegno reciproco per il popolo ucraino, un anno di molte vittorie sul campo di battaglia e una grande vittoria storica ottenuta: la vittoria morale dell’Ucraina». il primate Epifano ha poi sottolineato   che «il corso della guerra ha mostrato che la superiorità del nemico in termini di armi e numero di truppe, capacità finanziarie e influenza internazionale, non è diventata decisiva».

La tregua  fragile e la mobilitazione russa

Il cessate il fuoco proclamato unilateralmente dalla Russia in occasione del Natale ortodosso non ha fermato i combattimenti in Ucraina, che  sono proseguiti come da routine. La Russia si prepara inoltre a mobilitare in gennaio altri 500.000 coscritti, in aggiunta ai 300 mila dello scorso ottobre. Secondo il vice capo dei servizi segreti di Kiev, Vadym Skibitsky, questo dimostrerebbe che il presidente russo Vladimir Putin non ha intenzione di porre fine alla guerra;  secondo le stime di Kiev i soldati russi finora mobilitati contro l’Ucraina ammontano a 280 mila. Skibitsky ha osservato che ci vorranno circa due mesi  per addestrare ed equipaggiare i nuovi militari russi.

A Bucha, dopo il buio la speranza

A una ventina di chilometri da Kiev, vicino a Bucha , nel paese caduto sotto l’ occupazione russa nella primavera del 2022 e che ha subito ingenti distruzioni, gli abitanti  sopravvissuti agli orrori della guerra hanno aperto le proprie porte a numerosi ucraini sfollati.
Proprio in questa piccola realtà l’Ambasciata d’Italia si è recata per portare doni ai bambini ucraini, distribuendo pacchi di dolci italiani nel periodo delle feste natalizie.
L’iniziativa di beneficenza è stata promossa e organizzata dalla sede diplomatica, ed è stata possibile grazie alla generosità di un’azienda italiana che ha offerto i dolcetti. Un gesto per portare un sorriso a quei bambini che hanno attraversato il conflitto nella sua forma più violenta e che oggi, nonostante la mancanza di elettricità e di acqua corrente, nonostante i costanti allarmi aerei e i bombardamenti hanno continuato a frequentare  la scuola trovando perfino un pizzico di allegria necessaria per intonare i canti natalizi.
A Londra, a Marzo, la  conferenza internazionale sui presunti crimini di guerra

I Ministri della Giustizia di tutto il mondo parteciperanno  a Marzo, a Londra, ad una conferenza internazionale sui presunti crimini di guerra commessi in Ucraina.  Nel corso dell’incontro,  i ministri ascolteranno la relazione del procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, che attualmente sta indagando sulle accuse secondo le quali i soldati russi avrebbero commesso crimini di guerra durante l’invasione dell’Ucraina. “Le forze russe sappiano che non possono agire impunemente e noi sosterremo l’Ucraina finché non sarà fatta giustizia. A quasi un anno dall’invasione illegale, la comunità internazionale deve dare il suo sostegno più forte alla Corte penale internazionale in modo tale  che i criminali di guerra possano essere chiamati a rispondere delle atrocità alle quali stiamo assistendo”

                                                                                                                 Miriam Sgrò

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