
Le tensioni in Medio Oriente sono esplose dopo che l’Iran ha sferrato un attacco missilistico contro basi statunitensi nella regione. Questa azione, una chiara rappresaglia per un precedente attacco agli impianti nucleari iraniani, era stata ampiamente anticipata da Washington. Due alti funzionari statunitensi, citati in forma anonima dalla Reuters, avevano infatti predetto una rappresaglia iraniana contro obiettivi americani entro 48 ore, affermando: “Prevediamo che possa accadere in un giorno o due.” L’Iran ha confermato l’operazione “Glad Tidings of Victory” tramite la propria TV di Stato, annunciando il lancio di sei missili contro la base americana in Qatar.
Contestualmente, gli allarmi sono risuonati anche nelle basi statunitensi di Al-Salam in Kuwait e in Bahrein, evidenziando la vasta portata dell’attacco. Fonti israeliane hanno poi riferito che tutti e dieci i missili balistici lanciati dall’Iran sono stati intercettati, mentre almeno uno sarebbe stato diretto anche verso l’Iraq. La comunità internazionale osserva la situazione con crescente preoccupazione, mentre il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha preso una posizione netta a favore dell’intervento americano contro gli impianti nucleari iraniani, dichiarando: “Non sono d’accordo con chi considera l’attacco degli USA in Iran come in contrasto col Diritto internazionale.”
La principale paura di Rutte rimane lo sviluppo di una bomba atomica da parte di Teheran, che rappresenterebbe una minaccia per Israele e l’intera regione, ribadendo inoltre l’importanza degli investimenti nella difesa per rendere l’Alleanza “più forte e letale”. La situazione resta estremamente fluida e gli occhi del mondo sono puntati sulla regione, in attesa di ulteriori sviluppi.
LL