PD. Lotta intestina?

di Carlo Viscardi – Con Renzi sono leale. Ho sentito che parla di complotti, ma non sa di chi parla. Se ho qualcosa da dire lo dico apertamente, lo facevo con Letta e lo faccio con Renzi. Ho salvato il mio cervello per un pelo e non voglio consegnarlo adesso. Mi si lasci libertà di pensiero”; questo un sunto della dichiarazione resa a SKYtg24 dall’ex segretario del PD Pierluigi Bersani. Questa dichiarazione unita a quelle rilasciate durante l’iter di voto alla camera per l’Italicum, non fa altro che alimentare i sospetti che ci sia una parte del PD, che cerchi di “remare” contro il loro stesso segretario, confermata anche dalle continue precisazioni, che vedono questo partito nella maggioranza ricordando che lo fa solo per responsabilità di partito, per rispetto alle decisioni del loro leader scelto con le primarie.

PDI malumori interni al partito si notano dalle stesse dichiarazioni dopo il via libero della camera all’Italicum, dove oltre all’avvertimento di bersani arriva una riflessione di Gianni Cuperlo, ex “trombato” alla corsa delle primarie PD, che afferma : “La riforma della legge elettorale ha tagliato un primo traguardo. Buona notizia. Adesso conta come si va avanti. Diverse tra le critiche espresse nell’Aula della Camera hanno una fondatezza che l’onestà intellettuale non può rimuovere; Non si chiedono certo dei ringraziamenti, non è stagione. Ma almeno di evitare toni e parole impropri”.

E Renzi sembra “confermare” i sospetti dichiarando dopo l’approvazione dell’Italicum : “Volevano farmi fuori ma ho vinto io. Volevano dimostrare che, sì, mi hanno lasciato il partito e Palazzo Chigi, ma che i numeri li avevano loro. E invece no, i numeri li abbiamo noi”. E i numeri sono lì a dimostrarlo. L’emendamento di Gitti sulla doppia preferenza di genere è stato bocciato solo per 20 voti (quelli del governo e della Lega, come insinua FdI), quello di La Russa sulle preferenze per 35. Numeri alla mano, con FI che ha votato compatta a favore, i franchi tiratori, i famosi 101, si annidano tutti nel Pd. Il renziano Roberto Giachetti non usa mezzi termini: “Non c’è una congiura, ma certamente c’è qualcuno che anche all’interno del Pd sta cercando di fare saltare il carro.” E continua accusando il capogruppo Roberto Speranza: «Per fortuna al Senato non c’è voto segreto sulla legge elettorale, e magari speriamo che la gestione del gruppo Pd sia un po’ meno approssimativa di come è stata qui alla Camera. Improvvisamente noi siamo nella repubblica delle banane nel nostro gruppo, per cui quelli che erano maggioranza e hanno imposto la scelta di silurare la mia proposta, oggi che sono minoranza decidono di fare come gli pare. Mi sto seriamente ponendo il problema se, dando per scontata la mia adesione al Pd e alla difficile battaglia che sta portando avanti Renzi, vi siano effettivamente le condizioni per stare in una comunità che, quando le regole non vanno più bene, le cambia e fa come vuole. Così è difficile starci dentro”.
La prodiana Sandra Zampa non ci va leggera: «Voto con profonda amarezza questa legge elettorale e lo faccio essenzialmente per disciplina di partito, prevista in democrazia. Anche alla disciplina di partito c’è però un limite oltre cui non sono disposta ad andare. Quel limite è molto vicino in considerazione del fatto che, al riparo dal voto segreto, una parte del gruppo parlamentare di cui faccio parte si è slealmente mobilitato contro principi e valori fissati dallo statuto del Pd – conclude – Era difficile immaginare che l’Italicum potesse uscire dalla Camera peggiorato rispetto alla versione che ci venne illustrata in Direzione dal segretario Renzi. Eppure questo è stato possibile».
Diciamo che Renzi dovrà barcamenarsi abbastanza per far si che i malumori interni alla sua stessa maggioranza non si ritorcano contro di lui e contro il suo stesso governo, che dovrebbe dare risposte al popolo elettore ed in attesa di riforme che portino fuori dall’Empasse questo paese.

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