Il consiglio dei ministri israeliano ha approvato il disegno di legge, voluto dal premier Benjamin Netanyahu, che definisce Israele “Stato della nazione ebraica”. La proposta è nata in quanto al premier israeliano, non sono piaciute le iniziative parlamentari ma non vincolanti dei tre paesi europei, Svezia, Regno Unito e Spagna che hanno votato per la nascita di uno stato della Palestina. L’ approvazione ha suscitato non poche polemiche, dovute alla strenua opposizione dei ministri laici.
Il disegno di legge è passato con i voti a favore dei tre partiti nazionalisti: Likud, Israel Beitenu e Casa ebraica, mentre si sono opposti il partito di centro Yesh Atid, il ministro della Giustizia Tzipi Livni e il ministro dello Sport Limor Livnat. Netanyahu, durante il dibattito, ha assicurato che i diritti civili di ciascun cittadino di Israele saranno garantiti, ma allo stesso tempo, “occorre ribadire che Israele è lo stato nazionale del popolo ebraico, in quanto ciò viene sempre più spesso messo in discussione da più parti”. A Zeev Elkin, dirigente del Likud, ha osservato che se la Palestina sarà lo Stato nazionale dei palestinesi, occorre ribadire che Israele è lo stato nazionale del popolo ebraico.
Il ministro nazionalista Naftali Bennet, ha spiegato che questa è una legge elaborata in reazione alle recenti sentenze della corte Suprema israeliana, una volta approvata la legge, i legislatori e i giudici dovranno ispirarsi maggiormente “ai valori dell’ebraismo”. Il leader dell’opposizione laburista Yitzhak Herzog, ha accusato Netanyahu di “irresponsabilità”per aver sollevato una questione del genere nonostante i forti attriti fra ebrei e le minoranze arabe. Zahava Galon, la leader del partito Meretz ( sinistra sionista) ha accusato il governo di aver compiuto un crimine contro la democrazia israeliana.