Senza il consenso morale anche oggi è in gioco il futuro del mondo

«Excita, Domine, potentiam tuam, et veni». La voce del Papa è sommessa, ma il tono è solenne. Alza lo sguardo verso cardinali e arcivescovi riuniti nella Sala Regia del Palazzo Apostolico e ripete quella preghiera di Avvento: “Ridesta, Signore la tua potenza e vieni”. «I preti pedofili hanno coperto di polvere il volto della Chiesa». Questo il pensiero di Papa Benedetto XVI al centro del discorso pre – natalizio di auguri alla Curia Romana. Gli scandali legati alla pedofilia emersi nel corso del 2010 in molti paesi europei, hanno fatto tornare in mente al pontefice le parole di Ildegarda di Bingen, una santa del XII secolo. Nella sconvolgente visione descritta dalla mistica, il volto della Chiesa è quello di una bellissima donna coperto di polvere, le scarpe infangate, il vestito strappato per colpa dei sacerdoti. «Così come lei lo ha visto ed espresso, noi lo abbiamo vissuto in quest’anno – sostiene il papa – dobbiamo essere capaci di penitenza, interrogarci su cosa possiamo fare per riparare all’ingiustizia avvenuta». Gli abusi commessi soprattutto negli anni settanta, rendono la Chiesa consapevole che è necessario accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento. Ratzinger torna a denunciare anche la pornografia, il turismo sessuale, la “devastazione psicologica dei bambini” ridotti a merce, quel “commercio dei corpi e delle anime” che l’Apocalisse annovera tra i grandi peccati di Babilonia. Tutti spaventosi segni dei nostri tempi, paragonabili al crollo dell’Impero Romano, quando veniva meno quel consenso morale senza il quale le strutture giuridiche e politiche non funzionano. Il papa invita la Curia a reagire agli scandali, invoca i leader politici e religiosi perché fermino la cristianofobia e le persecuzioni dei fedeli in Paesi come il Medio Oriente, dove «sulle voci troppo deboli della ragione, prevalgono avidità di lucro e accecamento ideologico. Come capitò ai discepoli di Gesù, anche in noi molto spesso la fede dorme. PreghiamoLo di svegliarci dal sonno di una fede divenuta stanca e di ridarle il potere di spostare i monti, di dare l’ordine giusto alle cose del mondo», perché non si tratta solo di essere capaci di penitenza, ma di ripartire da ciò che è bene e ciò che è male. Una questione enorme che riguarda ogni aspetto della nostra società.

M. Cristina Scullino

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