Russia: tra elezioni ed accuse di brogli

La giornata del voto legislativo per il rinnovo della Duma, la camera bassa del Parlamento che dal 2003 è monopolizzata dal partito Russia Unita del premier Vladimir Putyin è segnata dal nervosismo: siti internet indipendenti messi fuori uso, piazze chiuse alle proteste annunciate e non autorizzate nel centro di Mosca, una dozzina di oppositori fermati. Per garantire l’ordine pubblico è stato mobilitato un esercito di oltre trecentotrenta mila poliziotti, di cui cinquantuno mila a Mosca. Tra i siti internet indipendenti che sono stati messi fuori uso nel giorno del voto, il caso più clamoroso è quello di Golos, l’unica organizzazione russa non governativa che da anni controlla il processo elettorale e che nei giorni scorsi ha messo in rete una mappa dettagliata e interattiva di circa cinquemila frodi elettorali in Russia, quasi tutte attribuite al partito putiniano Russia Unita. Dopo il monito lanciato domenica scorsa dal premier Putyin contro non meglio precisati Paesi stranieri che cercano di interferire nelle elezioni russe, Golos (che riceve fondi Usa) ha subito un crescendo di vessazioni: ieri una multa del tribunale e un servizio denigratore da parte di una tv di Gazprom, oggi il fermo per dieci ore in un aeroporto di Mosca della responsabile Lilia Shibanova, che si è vista sequestrare il pc. “Questa campagna mira ad impedirci di osservare il voto”, ha spiegato in una conferenza stampa Aleksand Kinev, uno dei dirigenti di Golos. Sono circa centodieci milioni gli elettori chiamati a rinnovare la Duma e sono sette i partiti in lizza, anche se secondo i sondaggi solo i quattro già presenti supereranno lo sbarramento elettorale del 7%. Mentre continuano le polemiche sulle pressioni alle poche voci dell’opposizione, è proprio sulla possibilità – molto concreta secondo i sondaggi – di un calo di consensi della formazione al potere che si gioca il voto di oggi. Se Russia Unita perde la maggioranza dei due terzi non potrà modificare la Costituzione, ma soprattutto, saranno ufficializzate le difficoltà del tandem Putyin-Medvedev, anche in vista delle presidenziali di marzo. Se i consensi caleranno dal 64% al 53% allora i comunisti e i liberaldemocratici di Zhirinovskii potranno nuovamente far sentire la loro voce. Il premier russo Vladimir Putin ha detto di aspettarsi un buon risultato per Russia Unita ai cronisti che lo attendevano dopo il voto all’uscita dal seggio.

Ilaria Marino

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