Siria: la repressione non accenna a fermarsi

Prosegue la repressione in Siria. La dittatura di Assad sta continuando a bombardare la cittadina di Homs mietendo centinaia e centinaia di vittime innocenti. Solamente nell’inizio della settimana 39 persone sono state uccise dal comportamento criminale dello pseudo presidente Assad.

Secondo le notizie “filtrate” sul web, una pioggia di bombe, la più violenta da 10 giorni, da quando i carri armati del regime di Bashar al Assad hanno cominciato a bombardare la città ribelle sta letteralmente radendo al suolo ogni cosa. Inoltre gli attivisti dei Comitati di coordinamento locali riferiscono dell’uso di gas velenosi e agenti chimici per accelerare la morte dei manifestanti.

Secondo Abdul Razek in un intervista ad Al Arabiya: «L’esercito siriano ha utilizzato il gas nervino per agevolare l’invasione di Homs e sta programmando di fare altrettanto a Jebel al Zawia e al Zabadani. I militari sono in possesso di grandi quantità di sostanze velenose asfissianti bandite a livello internazionale. Una piccola quantità è sufficiente a provocare uno sterminio di massa. I gas, vengono utilizzati sotto la supervisione sia della Russia sia dell’Iran. La Russia è all’origine di questi gas e l’Iran dispensa consigli su come, quando e dove debbano essere utilizzati».

L’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), denuncia con forza la situazione siriana, definendola tragica: «La situazione è tragica: ci sono donne incinte, cardiopatici, diabetici e soprattutto feriti che non possiamo evacuare. Lunedì sera tre attivisti sono entrati in città con una macchina portando pane, latte per neonati e medicine, la loro macchina è stata colpita da un razzo, sono tutti morti carbonizzati. Li avevamo avvertiti sul pericolo, ma hanno detto: se non aiutiamo i residenti, chi lo farà?».

Secondo indiscrezioni la diplomazia internazionale è al lavoro per cercare di creare una mozione unitaria all’Onu, con l’intento di fermare il massacro in atto. Dall’Unione Europea arriva l’annuncio di nuove pesantissime sanzioni nei confronti della Siria. Ma tutto questo basterà per fermare il piano criminale di un dittatore folle?

Salvatore Borruto

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