Spagna Campione d’Europa. All’Italia l’onore delle armi

L’impresa era stata già compiuta arrivando in finale. Peccato davvero. Peccato perché l’Italia che ha emozionato, che si è ritrovata dopo il pesante passivo subito contro la Russia nell’ultima amichevole pre-europeo, che ha divertito, deve alzare bandiera bianca contro la squadra più forte da almeno 4 anni a questa parte.

La Spagna di Del Bosque ne rifila 4 agli azzurri: un passivo davvero troppo pesante. Era davvero evidente la differenza della condizione fisica tra le due squadre, con le “furie rosse” che tessevano la loro ragnatela di passaggi, tutto in velocità. Ha vinto la squadra che ha meritato questo è fuori dubbio, ma è fuori dubbio anche che l’Italia può comunque uscire a testa alta dall’Europeo. Un secondo posto che se oggi fa piangere, tra qualche tempo potrebbe anche fare sorridere. Può essere l’inizio di una nuova era, l’era Prandelli, motivatore e stratega, che tanto bene ha fatto sino a qui. Menzioni particolari per Buffon, Pirlo, De Rossi e Balotelli: grandi protagonisti e finale ingiusto anche per quanto loro avevano fatto. Non dimentichiamo anche Cassano: è stato un miracolo la sua presenza alla competizione continentale, e non può che ritenersi soddisfatto e da sua volta il popolo azzurro non può fare altro che ringraziarlo.

Con il senno di poi verrebbero da pensare eventuali mosse tattiche alternative, rispetto all’undici titolare visto nella finale di Kiev. Chiellini non al top è stato rischiato, Balzaretti poteva forse garantire anche una migliore qualità nella spinta. Diamanti che tanto bene aveva fatto, vuoi per il cambio forzato proprio di Chiellini, non ha potuto dare il suo apporto alla causa; sul 2-0 magari, il cambio con un centrale di difesa, per ritornare “a 3 dietro” ed inserire proprio il mancino che con il suo rigore ha portato l’Italia in semifinale.

Anche il buon Marchisio a centrocampo, è sembrato a corto di fiato e tutta la squadra ne ha risentito, visto che lui è stato capace di un lavoro silenzioso fatto di copertura ed inserimenti (in una parola, equilibrio) che ha garantito tanta sostanza. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Restano solo gli applausi che si devono fare agli azzurri, che hanno emozionato una nazione intera in modo semplice ma coinvolgente, facendo per un attimo dimenticare tutti i problemi che quotidianamente i “comuni mortali” devono affrontare.

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About the Author: Fabrizio Cantarella