La fotografia può essere un mezzo di espressione artistica e di impegno sociale? Se lo sono chiesti fotografi, intellettuali ma, anche il numeroso pubblico presente durante la Tavola rotonda organizzata il 12 luglio a Pentedattilo da Borghi Solidali in collaborazione con Libera e Banca Etica e coordinata da Alessandro Petronio. Spunto per una riflessione su temi più ampi – quali la legalità e il coraggio di fare delle scelte scomode – la mostra in 25 scatti della fotografa palermitana Letizia Battaglia “Dignità e libertà” concessa a Banca Etica e presente nel Borgo dal 4 al 15 luglio. “ E’ necessario – ha detto Tommaso Marino, GIT Banca Etica – che il sistema del credito bancario si impegni sempre più nella promozione di reti di “nuove economie sostenibili” per l’accrescimento di una cultura della finanza etica, per il sostegno di idee e progetti a base valoriale e culturale, seguendo le orme di Banca Etica”. Un legame,quello tra arte e finanza, sempre presente ma mai del tutto esplicitato fino in fondo. E proprio gli scatti della Battaglia, racchiudono quell’impegno civile che è poi la mission di Banca Etica. Un impegno che ritroviamo anche tra i numerosi artisti che hanno raccontato durante il dibattito la loro esperienza, le loro emozioni e che cos’è per loro uno scatto. “A me non interessa la foto come racconto di un momento – spiega il fotografo Ninni Donato – ma è un linguaggio attraverso cui io posso dare la mia visione dei fatti. Questo però può avvenire solo se se in una società ci sono pensieri e valori condivisi. Io per esempio -continua- mi emoziono davanti a qualcosa in cui mi riconosco”. Per Antonio Sollazzo, fotografo e giornalista “questo mestiere è la combinazione di coraggio, passione e caparbietà”. Se come diceva il maestro Cartier Bresson “le prime 10 mila foto sono da buttare”, Sollazzo guarda al presente e nell’epoca digitale e della tecnologia, “le foto da buttare sono tantissime ma,l’importante è sempre trovarsi nel posto giusto al momento giusto”. La fotografa Paula Kajzar fa di ogni scatto un incontro tra arte e professione, dunque “la fotografia è arte, è trasmettere un emozione a qualcuno”. Parole sposate anche dal fotografo Antonio Pellicanò “ la foto diventa un veicolo per trasmettere dei messaggi e a chi la guarda importa poco se la foto sia bellissima o bruttissima”.
Il dibattito ha visto poi la partecipazione di Leo Fiumara del Cine Foto Club Vanni Andreoni, dei fotografi Fabio Itri ed Enzo Penna e altri intellettuali tra cui Luciana Polimeni di Calabria Sconosciuta.
Santo Marra di Borghi Solidali, prendendo in prestito il titolo di un libro di Zecchi, “L’artista armato”, ha richiamato il ruolo etico dell’arte e quindi anche della fotografia, cercando di porre la riflessione sulla linea sottile che separa la responsabilità e l’impegno sociale dalla speculazione culturale, peggio ancora se a soli fini di guadagno. “L’artista armato – dice Marra – deve combattere per l’etica dell’arte, una nuova militanza per ristabilire la differenza tra ciò che è sostenibile e ciò che è miserevole”.
In chiusura la riflessione di Alessandro Petronio. “Il nostro territorio è uno scrigno di storie e di patrimonio e perciò ha bisogno di esploratori, scopritori e narratori. Compito dei fotografi e degli artisti in generale, quello di scavare nella memoria dei luoghi e delle storie sospese per restituirle alle comunità”. In seconda serata, dopo la degustazione di prodotti tipici, il concerto di Masta P & Mad Simon from Kalafro, gruppo da anni impegnato a trasmettere messaggi di legalità e lotta alla criminalità organizzata in ogni sua forma. Il concerto, particolarmente sentito dal numeroso pubblico, tra cui i ragazzi belgi dei campi estivi organizzati da Borghi Solidali, è stato l’occasione per ribadire il No alla centrale a carbone a Saline Joniche.