“Uccideresti per un paio di jeans ?”

E’ uno degli slogan della Campagna Nazionale, urlati dagli attivisti dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus questa mattina a Roma, davanti al negozio di Dolce &Gabbana in piazza di Spagna. Numerosi schierati in campo per la lotta contro la SANDBLASTING (più comunemente chiamata Sabbiatura). Tecnica “assassina” utilizzata per la lavorazione/sbiancamento dei nostri amati Jeans. In Europa, questa pratica è stata vietata dalla Comunità Economica Europea nel lontano 1966, a causa delle letali conseguenze sulla salute degli addetti ai lavori. Nonostante ciò, molte case di moda europea incapaci di rinunciare ai jeans sabbiati, hanno trasferito la produzione nei paesi privi di regolamenti e tutela dei lavoratori. Tanti stilisti italiani, tra i quali Giorgio Armani, sensibili al problema hanno rinunciato a produrre jeans sbiancati mediante la sabbiatura. In particolare Replay marchio noto per il denim, ha lanciato a giugno 2012, il primo jeans trattato con il LASERBLAST (trattamento particolare effettuato sul tessuto mediante laser, che non utilizza sostanze chimiche e ottiene un risparmio notevole nel consumo di acqua). In Italia il programma Le Iene, si è occupato in passato di questa disumana pratica, portando alla luce attraverso un “servizio denuncia” le numerose vittime di silicosi, malattia che in pochi anni porta alla morte. La maggior parte delle vittime sono giovanissime, operai che entrano in contatto con una grande quantità di polvere e particelle sottili, rilasciate dai compressori utilizzati per “sparare” la sabbia sui jeans. Non resta che chiedersi : E’ IL CASO DI CONTINUARE A UCCIDERE PER UN PAIO DI JEANS ?
Roberta Cerami

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