Chievo 4 Reggina 1 – Amaranto sconfitti pesantemente escono di scena dalla Coppa

foto - Regginacalcio.com
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Verona 4/12/2013. Disarmante. Pochi sono gli aggettivi che possono descrivere la situazione sportiva che sta vivendo la Reggina in questo periodo. Una squadra senza capo ne coda, sembra la classica armata (si fa per dire) Brancaleone. L’11.mo cambio di guida tecnica dalla retrocessione in B, sbancando pure il “mangia-allenatori Zamparini”, rappresenta appieno la crisi d’identità societaria e sportiva che sta vivendo la compagine amaranto. Il ritorno d’Atzori, per carità ben accetto dallo scrivente, rappresenta forse il momento principe dello sbando che sta vivendo la società di Foti: Richiamare Atzori dopo la parentesi che ci aveva visto protagonisti dei play-off due stagioni fa, proprio per rispettare il centenario che si completa a gennaio 2014, per poi sconfessarlo quando ci dichiara che, a parer suo, questa squadra non può avere ambizioni di play-off, tanto da esonerarlo e rescindere il contratto e dopo una (incredibile) apnea di Castori, richiamarlo mestamente non è parsa una conduzione societaria oculata… Veniamo alla partita. Le seconde e terze linee del Chievo battono la squadra (quasi) titolare della Reggina. 4-1 il risultato finale. Atzori si vede che voleva ben figurare alla sua prima-bis ma avrà constatato suo malgrado che il suo mese abbondante d’assenza ha fatto non pochi danni. Arrendevole a dir poco. Un Chievo sotto tono e allegro riesce, pur soffrendo in sprazzi della partita, a infilare quattro volte la difesa della Reggina. Certo è che gli attaccanti del Chievo penetrano tra le maglie della difesa amaranto come un coltello nel burro. Il secondo gol (il primo su penalty dopo un lungo lancio e controllo di Acosty che tenta di saltare Benassi in uscita che, in netto ritardo, lo stende) su tutti simboleggia l’imbarazzante difesa amaranto, Paloschi, ruba palla, chiede triangolo ad Acosty, si infila nella difesa schierata e batte sul secondo palo un disarmante Benassi. Tutto troppo facile. Sembra quasi strano ma ecco che la Reggina accorcia le distanze sugli sviluppi di un calcio d’angolo nato dopo una conclusione di Sbaffo, dove svetta Gentili che non lascia scampo a Silvestri. 2-1 e siamo al 36°. Stesso punteggio di chiusura della prima frazione di gioco. Inizia il secondo tempo e il marcatore principe, Paloschi, viene sostituito da Improta, l’attaccante centrale diventa così Ardemagni che fin’ora aveva giocato non più di 20 minuti in tutto il campionato, e dopo soli 5 minuti, al 50°, realizza il 3-1 con un destro in diagonale al quale nulla può Benassi. La Reggina ci prova, si rivede Miguel Angel (per un impalpabile Fishnaller) dopo essere stato messo in soffitta da Castori per tutto il suo mandato ma, dopo aver sbloccato Ardemagni, grazie ad una facile scorazzata sulla destra di Sestu, nostro (ennesimo) ex, battezziamo il primo gol in carriera dell’appena maggiorenne Da Silva (classe 1995) per il 4-1 finale. De Rose per Dall’Oglio e Di Michele per Sbaffo per l’ultima sostituzione e nulla più. Da registrare una misteriosa espulsione per mr. Atzori reo di aver imprecato per il quarto gol clivense ma che ci dice tutto su quale sia l’atmosfera dello spogliatoio amaranto.

 La Reggina così miseramente esce fuori dalla Coppa Italia (l’anno scorso, di questi tempi furono gli amaranto ad eliminare il Chievo) ma prendersela con Adejo & co. non è certamente giusto, certo questo Benassi così abulico, questo Ipsa così arrendevole, specie se manca al suo fianco Lucioni, un Cocco che ancora non si è capito che tipo di giocatore sia, non sono certo pedine di gioco importanti in mano del mister ma questa squadra, è chiaro, non riesce a stare in campo, anche e soprattutto mentalmente. Arduo il compito di mr. Atzori. I problemi della Reggina sono atavici e risalgono a parecchie stagioni fa, figli di una politica societaria sempre allo sbaraglio e spesso inconcludente. Ma sabato è già tempo di campionato e, sebbene ogni partita e ogni avversario risultano oggi impegnativi per questa Reggina, da Brescia dobbiamo cominciare a cercare quel filo da seguire che ci possa far uscire dal tunnel, con l’obiettivo unico di garantirci la permanenza in B nel campionato 101 della Reggina per poi, se finalmente il Presidente (di fatto) deciderà di dedicarsi alla causa amaranto come faceva tra gli anni ‘90 e 2000, poter (ri-)cominciare a sognare campionati di vertice.

Fabrizio Condemi

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