Berlusconi e la “costruzione” dell’alternativa: si inizia dal lavoro

Diritto alla casa, manovra economica, riforma del lavo e riforma della giustizia, non sono soltanto gli argomenti sui quali si stanno concentrando le attenzioni attuali di Governo e opposizioni, in quanto diventeranno, senz’altro, motivi di contrapposizioni alle future elezioni politiche. Anche se non si riesce a capire bene quando ciò si verificherà, se a breve o alla scadenza dei 1000 giorni di Renzi e delle sue truppe rottamatrici, perché v’è il rischio che le innovazioni, che l’esecutivo sta discutendo e (per adesso molto poco) attuando, diventino esse stesse futuro oggetto di una nuova opera di rottamazione.

L’iter è, ovviamente, lungo ma c’è chi dice che sia Silvio Berlusconi che Matteo Salvini e Giorgia Meloni, abbiano ormai da tempo iniziato campagne elettorali forti e dai toni accesi. In occasione di un’intervista a News Mediaset, il leader di Forza Italia, prendendo nuovamente posizione contro la manovra economica, ha profetizzato che il Jobs Act non porterà neppure un posto di lavoro in più”. Sono altre, secondo l’ex cavaliere, le considerazioni che dovrebbero stare alla base del riforme oggi in discussione nel nostro Paese, rispetto a quelle fatte da Renzi e dal Pd. Alla base di tutto si dovrebbe collocare la difesa della famiglia – anche se in questo contesto si inseriscono le recenti uscite di Berlusconi a favore del matrimonio gay, ovvero una delle tante richieste e pratiche conseguenti alla cosiddetta “ideologia gender” – e in quest’ordine di idee, uno dei principali cavalli di battaglia dell’ex cavaliere è quello al diritto alla casa, intesa come bene primario e fondamentale per la stessa famiglia, in ordine alla quale non devono essere previste imposte.

Serve, quindi, un rinnovamento serio, chiacchiere dei renziani a parte, e questo cambiamento potrebbe partire proprio da Forza Italia. In casa PD i problemi sorgono e cessano da un giorno all’altro, con regolare frequenza. Quando meno te lo aspetti, ecco rispuntare all’orizzonte politico le polemiche che hanno profondamente scosso i democratici negli ultimi mesi, prime fra tutte quelle che riguardano stabilità e Jobs act. E se la minoranza PD alterna atteggiamenti di rottura ad atteggiamenti di apertura al dialogo, minacce di scissione e rassicurazioni, il segretario Matteo Renzi ribadisce che l’art. 18 non è un totem ecologico, pertanto, gli interventi nei suoi confronti, vanno letti nell’ambito delle intenzioni del Governo di tutelare chi perde il lavoro e non esclusivamente il welfare. Intanto l’attuale esecutivo attende con ansia l’ok dell’Europa sulla legge di stabilità. Alla Bce rimarrà, quindi, il compito, ormai decennale di proteggere l’euro e di spingere gli Stati membrni a conseguire una vera unione economica e monetaria e, quindi, un’unione anche nei mercati dei capitali e delle politiche di bilancio.

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About the Author: Luigi Iacopino