M5S, futuro senza Grillo: delirio di onnipotenza o possibile realtà?

I cambiamenti, accompagnati da approvazioni e disapprovazioni, polemiche e tensioni, in casa del Movimento cinque stelle, non sembrano ancora terminati. Non tutti, infatti, sono d’accordo con le (più o meno) recenti evoluzioni, amplificate dal passo indietro di Grillo e dalla nomina di un direttorio che, se da un lato, dovrebbe concedere al movimento maggiori margini di autonomia e libertà rispetto al duo Grillo-Casaleggio, dall’altro, risulta composto niente meno che dai fedelissimi del comico genovese, i quali, sebbene abbiamo sempre accolto le critiche interne ed esterne, non hanno mai espresso dissenso rispetto alla linea del leader. Il tutto, quindi, rischierebbe di tradursi nei termini di una mera operazione pubblicitaria e niente più.

Non ha mancato di far sentire la propria voce nemmeno uno dei grillini più in vista, ovvero il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, il quale, poco dopo la sua elezione, era entrato in contrasto con i vertici su alcune questioni di non poca rilevanza, tra le quali l’inceneritore e le espulsioni dal movimento. Pizzarotti, in occasione dell’incontro da lui organizzato proprio a Parma, ha avuto modo di ribadire la sua volontà di restare all’interno del M5s e ha espresso la sua soddisfazione rispetto alla decisione di Grillo e alla nomina del direttorio, sostenendo che queste indicazioni consentiranno ai pentastellati di andare avanti con le proprie gambe, arrivando finanche alla possibilità di rivedere certe scelte, a suo dire discutibili, fatte in passato.

La manifestazione di oggi ha registrato un’ampia presenza, compresi dissidenti e qualche ex, e varie proposte, tra le quali quella della deputata Giulia Sarti, che ha suggerito di mantenere il simbolo ma di la levare la scritta “beppegrillo.it”. Proposta che, benché sorretta da nobili intenzioni, unitamente alla prospettiva da qualcuno configurata di un movimento che vada avanti addirittura completamente senza Grillo, in tutta onestà, sembra essere espressione di un qualche delirio di onnipotenza e, senza dubbio, di eccessiva sicurezza di se stessi e dei propri mezzi, fino a sfiorare l’eccesso di auto-celebrazione. Il M5s non esisterebbe se non fosse stato per Grillo, e non esisterebbe nemmeno senza la pubblicità che riceve da Grillo stesso, attraverso i suoi spettacoli in giro per l’Italia e il suo blog, per non tacere sul fatto che tutto questo, ovviamente, consente ai grillini di ridurre notevolmente i costi. Se loro avessero dovuto fare tutto da soli sin dall’inizio, molto probabilmente, i risultati sarebbero stati diversi.

Non per niente, c’è chi sostiene che gli esiti scadenti delle elezioni di Reggio Calabria, dell’Emilia Romagna e della Calabria, circostanze in cui il M5s ha registrato una grande perdita di consensi e partecipazione, siano dovuti proprio alla scarsa presenza ed attività del leader. Certe prese di posizione, quindi, assumono il sapore dell’ingratitudine e dell’opportunismo. C’è chi vorrebbe relegarlo agli spettacoli e al cabaret politico, arrivando persino a mettere in discussione non solo la scelta (definita come non democratica) del direttorio, ma anche i meriti di coloro che lo compongono, tra i quali Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio.

Insomma, per buona parte dei Grillini, Pizzarotti compreso, c’è la necessità di riscoprire i valori originari del movimento e, pertanto, di concentrarsi più sui contenuti che sugli scontrini, lasciando la porta aperta anche a chi è stato espulso con motivazioni che andrebbero riviste e chiarite. Qualche annotazione, però, andrebbe fatta proprio su valori e contenuti. In primo luogo, più che riscoprirli, andrebbero proprio scoperti, per non tacere su cambi di posizione e silenzi di circostanza inerenti alcune questioni importanti. In merito alla moneta unica europea, per esempio, dinanzi alle provocazioni della Lega Nord, “euro si, euro no”, inizialmente i grillini hanno preso tempo, sostenendo che sarebbe stata la rete a scegliere, ma, successivamente, il quadro è cambiato a seguito degli annunci di Grillo. Il comico genovese ha, infatti, individuato tre tappe, legando l’uscita dall’euro al reddito di cittadinanza. Per non tacere poi delle posizioni, a volte contraddittorie, in tema di immigrazione. In parole povere – legalità, trasparenza e reddito di cittadinanza a parte e senza considerare gli appelli astratti alla tutela dell’ambiente – sarebbe auspicabile che i grillini chiarissero la loro posizione in merito a diversi problemi politici ed economici, senza aspettare che siano sempre gli “altri” cittadini a sedersi su una sedia e lanciarsi in ricerche sul web, che sono importanti e funzionali soltanto sino ad un certo punto.

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About the Author: Luigi Iacopino