Ddl stabilità: è legge

stabilitàLa Camera ha approvato con 307 voti favorevoli 

23\12\2014 – La partita sulla tanto discussa e controversa manovra economica è definitivamente chiusa. Il Ddl Stabilità ha, infatti, ottenuto l’ok conclusivo della Camera dei Deputati, a seguito della votazione svolta nella serata di ieri. Pertanto, con 307 voti a favore e 116 contrari, la manovra economica per l’anno 2015 è diventata legge dello Stato. Per tutto il pomeriggio la tensione è stata altissima con forme di protesta piuttosto veementi da parte dei deputati del Movimento cinque stelle, tanto che il Presidente dell’Aula, Laura Boldrini, è stata costretta ad intervenire, espellendo alcuni parlamentari grillini.

In base a quanto previsto, quindi, alcune misure, come il bonus di 80 euro a favore dei lavoratori dipendenti con un reddito compreso tra 8 mila e 24 mila euro, assumeranno natura strutturale. Il Ddl approvato, tuttavia, affronta questioni molto delicate che nel corso delle settimane e dei mesi trascorsi, sono state oggetto di polemiche e di dure contrapposizioni politiche, come le disposizioni che incideranno, direttamente e indirettamente, nei confronti delle imprese e delle famiglie italiane. Pensiamo al “Bonus Bebè oppure al blocco dell’aumento della Tasi per il 2015 (sperando che questa misura non venga compensata da altri aumenti, più o meno surrettizi), pensiamo agli aumenti della tassazione su casse previdenziali e fondi pensione (salita, rispettivamente, al 26% e al 20%) oppure alle previsioni in merito agli ammortizzatori e agli ecobonus. Per non tacere, poi, del piano straordinario di assunzioni nella scuola Commissione-europea-02_1272374205piuttosto che dei tagli stabiliti nei confronti degli enti locali e delle razionalizzazioni delle partecipate.

Di questo e di molto altro si occuperà la manovra economica 2015 che ha già avuto modo di sollevare polemiche e aspre critiche trasversali ai diversi schieramenti politici, dal già citato M5s a Forza Italia, dalla Lega nord a Fratelli d’Italia. Non da ultimo e non meno importante, la minoranza Pd. Non resta che attendere l’ultima parola, quella definitiva, che sarà pronunziata dall’Unione europea nel prossimo mese di marzo e che per il Governo italiano rappresenterà il giudizio finale.

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About the Author: Luigi Iacopino