Il Primo Maggio di Salvini: scontro con la Fornero e i sindacati

Non è bastato neppure il primo maggio per fermare l’irritazione del leader della Lega. Bersagli delle accuse di Matteo Salvini sono stati, ancora una volta, la “signora Fornero” e “quei sindacati, Cgil, Cisl e Uil, che sono fra i primi responsabili del disastro italiano di oggi”. A fare da sfondo due temi caldi della battaglia politica del Carroccio, il lavoro e le pensioni.

L’affondo di Salvini

L’ex Ministro del lavoro e delle politiche sociali del Governo Monti, si legge sulla pagina facebook dell’europarlamentare lombardo, “ha dichiarato a Rai 3 ‘mandare in pensione le persone a un’età ancora giovane (66 e 67 anni) per fare posto a quelle che sono più giovani è un modo di ragionare sbagliato. Ma ancora parla questa sciagurata?”. Poi il duro invito e la promessa: “Taci e vai in esilio, hai già fatto troppi danni. Io non mollerò finché questa legge maledetta non cambierà!”.

Tensione Salvini-Berlusconi: possibile intervento di Maroni

Insomma, non è stata una giornata tranquilla per il segretario della Lega attualmente considerato più vicino alla Meloni, anche se qualcuno ipotizza che lo sia soltanto per mero calcolo elettorale, che a Berlusconi, anche se a fare da paciere potrebbe pensarci niente meno che il Governatore della Lombardia, Bobo Maroni, il quale, secondo quanto riportato dal sito del Tgcom24, si è detto non soltanto pronto a questo compito, avendolo già fatto in passato tra Bossi e il numero uno di Forza Italia, ma anche certo che la vicenda romana non porterà “conseguenze nelle due forze politiche”.

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Salvini: “Che ipocrisia vedere in piazza quei sindacati”

E la legge Fornero diviene motivo di scontro anche con i sindacati accusati di ipocrisia e di aver pensato poco ai lavoratori. “Prima votano a sinistra, poi se ne pentono e vanno in piazza con centri a-sociali e migranti”, si legge sempre sulla pagina facebook di Savini che, rilanciando la propria visione economica – “meno tasse, meno burocrazia, meno Stato e meno Sindacato” – ha concluso inviando un saluto “ad artigiani, commercianti, agricoltori, partite Iva e autonomi, a precari, sfruttati e disoccupati” e “a chi anche oggi, nonostante Renzi, lavora”.

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About the Author: Luigi Iacopino