Unioni civili, ultimo atto. I pro-family: “I cittadini si preparino”

Il giorno delle unioni civili è arrivato. Il maxi-emendamento del Governo, approvato qualche mese fa al Senato dopo aver forzato i meccanismi democratici ed essersi sostituito a un Ddl di iniziativa parlamentare (Ddl Cirinnà), sarà sottoposto alla questione di fiducia anche alla Camera. L’esecutivo dem, per la seconda volta su temi etici, pertanto, vincola il proprio futuro alla fiducia dei parlamentari.

La Cei, attraverso il segretario Nunzio Galantino, tuona contro quanto sta verificandosi parlando di “sconfitta per tutti” e della “necessità di politiche che mettano al centro l’importanza della famiglia, fatta di madre, padre e figli”. Ma ormai è tardi, senza tacere che lo stesso Galantino nelle settimane e nei mesi passati non ha mai colto un’occasione, che fosse una, per essere così chiaro. Avrebbe dovuto pensarci prima. A lui, tuttavia, ha pensato bene di rispondere il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che, pur precisando il proprio “rispetto per la Cei”, ha chiarito di ritenere “quella scelta necessaria e anche un po’ tardiva rispetto a ciò che si è sviluppato nel tempo nella società e a diritti che da troppo tempo chiedono un riconoscimento”. Affermazione, quest’ultima, che provoca non poche perplessità ove si consideri che i diritti – tranne le adozioni, la quota legittima per l’eredità e le pensioni di reversibilità – sono già stati riconosciuti alle convivenze more uxorio, sia dalle leggi che dalle sentenze delle Corti. Non a caso la proposta Sacconi-Pagano mirava proprio a effettuare una ricognizione di tali diritti per inserirli in modo organico in un testo unico. Che qualcuno avvisi il Ministro.

Esulta anche Renzi, attraverso i social network, parlando di quello odierno come di “un giorno di festa per tanti. Per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi”. Fino al giorno prima della sua imposizione a Palazzo Chigi la pensava diversamente.

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Intanto i rappresentanti del Comitato difendiamo i nostri figli, primo fra tutti il portavoce Gandolfini, si appellano al Colle perché rilevi i profili di incostituzionalità della legge e si preparano all’immediato futuro. Intervistato da intelligonews.it, il portavoce di Generazione Famiglia, Filippo Savarese, ha ricordato che la risposta al Governo consisterà nella possibile proposizione di un referendum abrogativo, perché “penso che sarà un passaggio inevitabile perché abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per il bene della famiglia e della società”, e nella campagna per il no al referendum costituzione di ottobre, che vedrà il prossimo 28 maggio la costituzione di un Comitato delle famiglie per il no al referendum. “I cittadini dunque si preparino ad affrontare i mesi di mobilitazione sul territorio forse più coraggiosi e decisivi della loro vita – ha chiarito Savarese – Abbiamo bisogno del massimo sforzo di tutti, e Generazione Famiglia, come sempre, ci sarà”

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About the Author: Luigi Iacopino