Usa 2016, Trump: record preferenze repubblicane. Meglio anche di Bush

Donald TrumpSebbene Donald Trump non sia riuscito nell’impresa di condividere la stessa fortuna della sua diretta concorrete alla Casa Bianca, Hillary Clinton, che ha incassato l’appoggio dell’attuale Presidente Barack Obama ai danni del malcapitato Bernie Sanders, il magnate americano può glorificare sé stesso con un primato di non poco conto. Secondo quanto diffuso dai media statunitensi e riferito dal sito del Tgcom24, Trump “è il candidato che ha ottenuto più voti nella storia del partito repubblicano”, riuscendo nell’impresa – questa sì – di essersi guadagnato l’appoggio di “13.406.000 elettori, circa 1,4 milioni in più rispetto alle preferenze tributate a George W. Bush nel 2000” che, dal canto suo, ha deciso di non appoggiare il candidato repubblicano. E visto che si parla di record, ce n’è un altro, anche questo di non poco conto: “con un totale di 28 milioni di voti”, il Grand Old Party ha fatto registrare un +139% di sostenitori rispetto al 2008.

trump obama clintonMa non è tutto perché, tra un incontro e l’altro, una convention e l’altra, il Tycoon ha anche trovato il tempo per sbugiardare Obama, ricordando, attraverso la sua pagina facebook, come non più tardi di 8 anni fa sia stato lo stesso attuale presidente, in occasione delle presidenziali Usa del 2008, a lapidare la Clinton, sua concorrente dell’epoca, affermando che lei non avrebbe detto e cambiato nulla. Ma, come si suol (ironicamente) dire in questi casi, in otto anni ne sarà passata di acqua sotto i ponti e magari si può anche cambiare opinione, soprattutto se c’è l’assenso di certi apparati. Insomma, cosi è se gli pare.

Hillary ClintonQuel che è certo, tuttavia, è che i numeri che stanno caratterizzando l’attuale campagna elettorale Usa sono notevoli e lasciano intuire la dimensione epocale dello scontro tra repubblicani e democratici, considerando quello che c’è in gioco, dalla ripresa economica statunitense ai rapporti commerciali con l’Unione europea, dagli equilibri precari con Russia e Cina alle questioni geopolitiche più importanti. E, sebbene Bernie Sanders, candidato per la nomination democratica assieme a Hillary Clinton, non intenda gettare la spugna, è ormai (quasi) chiaro a tutti, non soltanto agli addetti ai lavori ma anche ai comuni mortali elettori e non, che il match fiale sarà disputato tra l’ex first lady e Donald Trump. La prima godrà dell’appoggio di Barack Obama, il secondo, invece, non godrà dell’appoggio della famiglia Bush. Insomma, cosi è se gli pare.

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