Chiacchierando con Cetty Costa, l’autrice de “Il mio sesso Viola”

L’amore ha l’amore come solo argomento” (cantava Fabrizio De Andrè) e ce l’ha tatuato sul cuore, prima ancora che sulla pelle, Cetty Costa,  l’autrice de “Il mio sesso Viola”, edito da Alter Ego, suo romanzo di esordio; perchè è amore quello che traspare da ogni suo gesto mentre è seduta di fronte a me che parla di se… Perché è amore ogni parola del suo libro, una lunga e struggente lettera indirizzata alla persona amata; è tutto lì l’amore: nella parola “Viola”, da una parte il fiore degli innamorati e dall’altra il colore della sintesi di due colori differenti, il rosso e il blu; nella parola “sesso”, perchè l’amore non ne ha e di conseguenza nemmeno i personaggi del suo libro ma che proprio per questo assumono le sembianze che ognuno di noi vuole dargli. Cetty, scrivendo, ha messo a nudo la sua anima, ha preso i suoi pensieri e la sua fragilità e li ha messi nero su bianco seguendone il filo che si muove liberamente tra i ricordi e la realtà.

Cos’è per te scrivere?

Scrivere è una terapia, una sorta di seduta di analisi con me stessa. La possibilità di dare voce alle mie emozioni che diversamente trattengo dentro di me.

Cosa ti ha spinto a pubblicare questo libro che sembra “una lettera mai spedita”?

Ho scritto questo libro senza consapevolezza, senza sapere di stare scrivendo un libro. Scrivevo e mettendo insieme le cose ne ha assunto i tratti di un romanzo. È una lettera spedita, altroché, ma è anche una favola introspettiva, è un ‘doppio sogno’ dalle connotazioni ora reali, ora fantastiche.

Sapere che altri leggeranno i tuoi “pensieri” (sogni,delusioni,speranze…) che sentimenti suscita in te?

Sapere che tutti lo leggeranno mi fa sentire nuda per alcuni versi, ma mi fortifica anche per altri.

E la possibilità di essere “fraintesa”?

La possibilità di essere fraintesa non mi spaventa, ne in questo caso, ne in generale nella vita. Credo molto in quello che penso e sento e non mi spaventa che altri possano vederlo diversamente. Anzi credo e confido nella speranza che ognuno di noi faccia sempre uno sforzo in più per comprendere l’altro, piuttosto che semplicemente fraintenderlo!

Quanto ti ha “aiutata” questo libro?

Mi ha aiutata mentre lo scrivevo, adesso che è pubblico, un po come un figlio partorito, non è più solo mio. Mi aiuta sapere che l’ho fatto, ma non lo posseggo.

“…Siamo i pensieri che abbiamo in testa, i ricordi che lasciamo che albeggino in noi; è il tempo speso ad amare qualcuno a conferirgli importanza, siamo quel tempo e quell’importanza. Siamo gli spicchi di un’unica arancia, siamo arancia grazie a quell’insieme di spicchi. E siamo viaggi senza ritorni ma in un mondo che tondo ci fa ritornare, siamo la fonte dove tornare e dalla fonte ricominciare…” (Il mio sesso Viola)

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