Reggio Calabria, MNS: “Raccolta differenziata tra degrado e sudditanza”

Un Ente pubblico che percepisce un tributo per l’espletamento di un servizio ha l’obbligo non soltanto di garantirlo ma anche di gestirlo nel rispetto delle altre posizioni e condizioni giuridiche e sociali e in adempimento alle prerogative proprie di una pubblica istituzione. Reggio Calabria ha intrapreso con l’Amministrazione Falcomatà la strada del sistema di raccolta differenziata porta a porta, oggi in via di completamento con l’estensione del servizio alle zone del centro cittadino. Se è vero che il percorso da seguire (obbligato per tutti gli enti locali) è ormai quello della riduzione del rifiuto indifferenziato a vantaggio di una selezione a monte della tipologia di materiale/prodotto di scarto, è parimenti verosimile che l’organizzazione del servizio porta a porta in una città come Reggio Calabria di oltre duecentomila abitanti non può essere quella a cui i cittadini reggini stanno oggi assistendo e loro malgrado subendo. La cittadinanza costretta a procurarsi i cestelli, spesso avvertita solo tramite il passaparola o qualche avviso affisso alla rinfusa. Senza tener conto di chi vive situazioni di disagio, perché magari infermo, impossibilitato ad uscire, privo di mezzi tecnologici per informarsi del nuovo servizio pronto a partire. Il cittadino è cittadino e non suddito, egli paga già per il servizio, e con tariffe ai massimi livelli nazionali, e perciò stesso egli va “servito” e non vessato. Il Lido Comunale “prestato” a centro di distribuzione mastelli, sacchi, sacchetti con file di inermi (ma arrabbiatissimi) cittadini che devono autogestirsi la coda con tanto di fogliettino scritto a penna, denotano l’approssimazione, la superficialità e il clima di confusione che regnano sovrani nell’Amministrazione Comunale e in AVR nella qualità di gestore del servizio. Sono vergognosi i disagi dei poveri anziani costretti a caricarsi i contenitori e districarsi in mezzo ad una folla che urla e protesta per servizi da terzo mondo, fra il silenzio e l’indifferenza dei media, ad eccezione di qualche urlo lanciato sui social. Emblematico che tutto avvenga in una location turistica come il Lido Comunale dove le scene in questi giorni richiamano i tempi della guerra, con la “differenza” che invece del pane si danno cestini per tenere rifiuti al caldo in casa, coprendo lampanti manchevolezze istituzionali. Certo sarebbe irragionevole ed ingenuo mettere in discussione la raccolta differenziata in sé, in quanto rappresenta la soluzione a molti problemi ambientali, economici e sociali. Ma sicuramente quello che sta fornendo l’Amministrazione Falcomata in questi giorni è lo specchio dei limiti naturali in fatto di risorse (non economiche ma organizzative, strumentali e di pianificazione strategica) di questi giovani amministratori, un pessimo esempio organizzativo di gestione della cosa pubblica. Un servizio che nonostante sia finanziato con imposte elevatissime portate ai massimi di legge, non riceve di contro alcuna prestazione in termini di efficienza, efficacia e qualità nelle prestazioni. Quel che è peggio constatare, sul piano dell’igiene pubblica, è l’applicazione del sistema porta a porta di queste prime settimane, che ha già iniziato a generare fra le vie cittadine del centro storico caos, sporcizia e degrado. Ciò perché il metodo adottato presta il fianco ad un limite evidentissimo: se il servizio non viene espletato con grande puntualità dalla società preposta le conseguenze non possono che essere negative. Oggi MNS denuncia a gran voce il raccapricciante scenario che si profila sotto gli occhi di residenti e turisti, con lunghe file di sacchetti e cataste di mastelli ad occupare interi marciapiedi, soprattutto lungo le strette vie di alcune zone del centro, l’ennesimo esempio di cruda realtà che bolla ancora una volta d’incapacità, incompetenza e approssimazione i vertici di Palazzo San Giorgio.

Francesco D’Amato e Giuseppe Mundo

Dirigenti MNS Reggio Calabria

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