Come sviluppare il pensiero critico. Il futuro è nella parità di genere

Essere, pensiero e corpo

Se la logica non trova spazio nella grammatica dell’amore, il pensiero deve concretizzarsi e diventare azione positiva volta a migliorare il mondo. “Se il pensiero riesce a spostare il lingotto, la sfida è stata già vinta!” Ecco, tra i giovani l’essenziale spesso non è invisibile agli occhi,ma si concretizza in un corpo che diventa emblema di bellezza,potenza e forse “amore”. Il corpo è un’entità plurale, molteplice, sfuggente, attraversata da mille soglie. Esse sono i transiti, i passaggi, gli attraversamenti delle nostre vite;Il corpo ha bisogno di questa messa a fuoco mobile, situazionale, ampia e circoscritta nello stesso tempo, anche perché su di esso grava una secolare rimozione, inaugurata dalla condanna di Platone e quasi sempre confermata dalla tradizione filosofica occidentale anche da una attuale deriva di un certo femminismo, tutto incentrato sulla onnipotenza dell’identità mutante, che trascende se stessa e il corpo dell’eros, del dolore, della malattia, della vecchiaia, diventando una frontiera esistenziale, cui sono dedicati moltissimi frammenti e molte riletture letterarie. È un evento naturale e umanamente possibile, che il corpo femminile parli dal pieno centro di se stesso, non ha necessariamente bisogno del sostegno del pensiero. È il caso della maternità : un reclamo del corpo sul pensiero; di un corpo che chiede, imperiosamente, al pensiero di pensarsi attraverso la nascita di nuove parti psichiche. Altre soglie, quindi… di una storia che deve essere ancora scritta. È il caso di ricordare ai giovani, mente critica tra i banchi, che non è la materia che genera il pensiero,ma viceversa. È il pensiero che genera la materia e ne attribuisce l’importanza. È il pensiero che determina la nostra vita, e l’involucro che per molti giovani è determinante, diventa fuggevole, la causa dei mali. La testa non va sempre separata, drammaticamente dal corpo,ma il pensiero ha un potere che nessun corpo ha. Non si può ricorrere al tentativo di cambiare l’altro, di renderlo come noi lo vogliamo, di forgiarlo appunto come l’oro sotto il nostro sguardo. È pura follia cercare di cambiare la materia, quella umana al pari di quella inanimata, di ottenere il massimo della leggerezza nel minimo spazio, il massimo del valore nell’infinitamente piccolo, così come si fa per i gioielli.

Pensate, credete, sognate…osate e soprattutto non odiate!

Prof.ssa Raffaella Solano

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