Reggio Calabria: dal Dietrofont al Waterfront il “bizzarro” iter dell’opera di Zaha Hadid

foto di GNS

Dal Dietrofont al Waterfront, è questo il nome della meeting di questa mattina appena sotto alla nuova scalinata appena realizzata che è una delle infrastrutture dell’opera dell’archistar Zaha Hadid. Voluta da molte molte sigle del centrodestra cittadino (Lega, UdC, Cambiamo con Toti, Fiamma Tricolore, Ama Reggio, Reggio Futura, Ancora Italia, Nuova Italia Unita, NFP, Reggio 70), ha interessato e raccolto molti sostenitori distanziati e “mascherati” come da protocollo tra i quali parecchi militanti anche di Fratelli d’ Italia. Il Waterfront è il simbolo della progettualità dell’intera  classe reggina di Centrodestra e del suo vertice Giuseppe Scopelliti, che ne rivendicano la paternità del progetto. L’attuale Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha deciso di rivalutare la valenza dell’infrastruttura dopo aver inizialmente accantonato l’opera che avrebbe potuto essere avanti di ben sette anni. Ai giorni nostri si è tornati a parlare del Museo del Mare e della sua importanza strategica ed economica per il rilancio di una città vessata dal covid e dalla mala politica. Waterfront è però ancora oggi un opera, orfana del Lido Comunale per il quale era prevista la nuova opera (4 milioni pronti) e del Museo del Mare di Zaha Hadid (52 milioni persi).

foto di GNS

Moderati dal giornalista Antonio Virduci, si sono alternati a raccontare l’iter burocratico e politico del Waterfront i diversi rappresentanti delle sigle politiche intervenute (Luigi Tuccio, Italo Palmara, Franco Recupero, Ernesto Siclari, Pasquale Morisani e Giuseppe Minnella). Ma la sensazione prevalente è stata la preoccupazione degli intervenuti per la situazione attuale della città che ha toccato livelli di degrado mai avuti prima l’azzeramento dei servizi pubblici essenziali e che adesso deve intercettare parte dei milioni di euro che le verranno assegnate dal Recovery Fund. Sapranno gli attuali amministratori gestirli, spenderli o non lasciarli sfumare come già accaduto in diversi casi (Decreto Reggio, le opere del Rhegium Waterfront, il piano della mobilità, il piano della depurazione, il Palazzo di Giustizia) ! Infine insieme ad esponenti della vita politica del periodo della progettazione, tra i quali l’ex sindaco Demetrio Arena, hanno dato vita al taglio simbolico del nastro di quella porzione dell’opera che da una nuova “luce” ad una zona per troppi anni trascurata, quella dell’ex stazione Lido.

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.