Ergastolo ostativo, Potenti (Lega): Preoccupazione per sentenza Corte, serve rigore su condannati mafia

“La Lega interverrà con ogni mezzo parlamentare per pretendere una ferma e degna normativa che tamponi i rischi apertisi dopo l’ordinanza della Corte Costituzionale, pur dovendo prendere atto che il Parlamento é stato chiamato ad intervenire entro il 2022 su una legislazione ritenuta incostituzionale. É stata infatti depositata ieri l’ordinanza n. 97 della Corte Costituzionale con la quale se da una parte si conferma la ragionevolezza della presunzione di pericolosità del condannato all’ergastolo per reati di mafia, dall’altra si censura di incostituzionalità l’attuale previsione che rende impossibile alla magistratura di sorveglianza valutare elementi diversi per concedere a certe condizioni la libertà condizionata agli ergastolani per mafia. Sinteticamente, infatti, la Corte ricorda che diversamente da altri condannati a pena perpetua, i condannati all’ergastolo per reati mafiosi se non collaborano utilmente con la giustizia, non possono essere ammessi al beneficio della c.d. liberazione condizionata e che, inoltre, questa scelta di collaborazione deve essere addirittura valutata come uno scambio non rieducativo e drammatico per la ricaduta sul reo. Sia permesso alla Lega di dissentire e di rimarcare fermamente che lo Stato deve prevedere un regime di maggior rigore per condannati per particolari ed efferati reati associativi di tipo mafioso. Ancora una volta, così come accaduto in materia di eutanasia, sarà il Parlamento a dover intervenire, entro un anno, sul punto. Le esigenze di prevenzione generale e di sicurezza collettiva che ci proteggono dal fenomeno mafioso e che fino ad oggi la norma vigente ha permesso di vedere garantiti, sono pilastri che sorreggono principi e diversi valori costituzionali altrettanto indispensabili alla vita democratica del paese che non possiamo rischiare di vedere demoliti da un tratto di penna”. Lo dichiara in una nota Manfredi Potenti, deputato della Lega-Salvini Premier e membro II Commissione Giustizia.

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