Brasile. La “mappa dell’istruzione”: all’università 1 su 5

Paolo (Brasile), 14 Giu. – Meno di un quinto dei brasiliani tra i 18 e i 24 anni è immatricolato all’università, il 18,1 per cento, mentre solo il 17,4 per cento dei ragazzi con almeno 25 anni ha già concluso un corso. E’ quanto emerge dall’11esima edizione della ‘Mappa dell’istruzione superiore in Brasile’ – Mapa do Ensino Superior no Brasil’, realizzata dall’Instituto Semesp. Questo ente fa riferimento a istituti di studi superiori nello Stato di San Paolo e in Brasile, tra i quali centri di educazione tecnologica, centri universitari, facoltà e atenei. Nonostante il numero di nuovi iscritti agli studi superiori del Paese sudamericano stia aumentando, con una crescita del 5,8 per centro tra il 2013 e il 2019, il tasso di studenti che riescono a laurearsi non va di pari passo con questo incremento. Gli indici sono inoltre al di sotto degli obiettivi del Plano Nacionale de Educação (Pne). L’iniziativa del governo prevedeva per le matricole che almeno un terzo dei giovani brasiliani si iscrivesse a un corso di studio nei prossimi tre anni. L’abbandono degli studi universitari è un altro problema che aggrava questo contesto. Nel 2019 il numero di studenti che lasciava l’unversità nei corsi di studio in presenza rappresentava il 30 per cento del totale, mentre in quelli da remoto il 35. Nel 2020, queste percentuali sono aumentate, passando al 35,9 per cento per gli studi in presenza e al 40 per cento per quelli a distanza. Un altro fattore che contribuisce a questo scenario è rappresentato dal fatto che il 78,5 per cento delle matricole in Brasile è iscritta a istituti privati e ha quindi dovuto lasciare i corsi a causa degli effetti della pandemia, dato che non riusciva più a sostenere i costi della retta. In un’intervista all’emittente Cnn Brasil, il direttore esecutivo del Semesp, Rodrigo Capelato, ha sottolineato che “l’abbandono degli studi universitari è storicamente elevato ed è stato sempre più alto nello studio a distanza, che richiede una disciplina molto maggiore da parte dell’alunno”. Secondo Capelato, “il problema principale comunque è un insieme di fattori finanziari e di vocazione”. (Jom/ Dire) 12:12 14-06-21

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