L’ umanità in preda ai falsi miti: dal capitalismo antropologico al nuovo ordine politico ed economico

Le conseguenze del Covid 19 andranno oltre le questioni legate alla salute. Il comportamento personale, i rapporti umani, l’organizzazione delle città, il ruolo degli Stati, il sistema di lavoro, i cambiamenti climatici, la rivoluzione tecnologica, le relazioni internazionali, il futuro della democrazia e i conflitti tra generazioni saranno alcuni fra i tanti ambiti che subiranno forti tensioni per il cambiamento che trascina con sé quasi automaticamente una crisi morale e che

Per non parlare del capitalismo della rete che ha preso forma, facendo leva proprio sulla retorica della libera circolazione delle informazioni. Sono Facebook, Google, Amazon, Apple coloro che mettono insieme velleità libertarie e voglia di profitto all’interno di un modello di business fondato sulla gratuità dell’accesso a servizi, software e informazioni. Siamo ad una deriva apocalittica da fine della storia, e non c’è spazio per un pensiero critico, ma per una perseverante, cocciuta prassi teorica che individui le fragilità e i punti di rottura di questo ordine politico e economico.

Ed ecco come la storia ha visto la costante trasformazione del termine capitalismo fino a giungere oggi alla predominanza dell’elemento digitale nell’economia mondiale: in un’ottica tecnosociale, Per capire il senso di questa profonda trasformazione – e un po’ anche cominciare, con le armi della conoscenza individuale, a sviluppare gli anticorpi ai suoi aspetti più pericolosi e deteriori – , dovremo fare un piccolo viaggio tra gli effetti della sua evoluzione sull’antropologia della condizione umana. Il periodo moderno è l’età dello sfruttamento organizzato, conseguente e illimitato, con il rischio di andare incontro all’esaurimento delle risorse, contro il quale non basta riporre la fiducia in salvifiche invenzioni.

Facendo dipendere dalle future invenzioni la possibilità di districarsi dalla situazione in cui ci ha portato lo sperpero delle nostre risorse, noi dimostriamo la nostra predilezione per il gioco d’azzardo e per il giocatore, sebbene in circostanze in cui nessun giocatore intelligente oserebbe rischiare.

L’umanità è preda di falsi miti, quali la fede nel progresso. Purtroppo la maggior parte di noi vive troppo immersa nel rumoroso mondo per rendersi conto che la fiducia nel progresso appartiene solo a un periodo limitato della storia documentata. Il fatto è che viviamo in un mondo in cui l’invenzione nel vecchio senso della parola è stata soppiantata dall’applicazione intelligente delle leggi di natura con la conseguenza di modificare i postulati fondamentali dell’industria. Occorre che si faccia della tragedia del vivere borghese un’occasione per spingere gli uomini a collaborare attivamente per costruire una nuova civiltà.

prof.ssa Raffaella Solano

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