Niger. Niamey, sgomberati cortei contro presenza truppe straniere

Le proteste hanno coinciso con visita commissaria Onu Bachelet

(DIRE) Roma, 6 dic. – Volevano manifestare a Niamey contro la presenza dei contingenti militari stranieri ma le autorità hanno ritirato l’autorizzazione all’ultimo momento. La decisione non ha tuttavia scoraggiato vari giovani del movimento Tournons La Page (Tlp), che promuove cambiamenti democratici nel Paese. Come riferiscono fonti di stampa internazionale, i dimostranti si sono dati appuntamento ieri a piazza Toumo, nota per essere stata già teatro di varie manifestazioni.
Le autorità avevano già dispiegato agenti e blindati intorno al quartiere e nei pressi dei palazzi delle istituzioni, pertanto sono potuti velocemente intervenire per disperdere i cortei.
Gli attivisti del Tlp contestano la presenza dei numerosi contingenti stranieri e, in particolare, francesi, inviati per contrastare le attività dei movimenti armati responsabili di traffici illeciti e violenze contro la popolazione nella regione desertica del Sahel. Tale presenza però, come denunciano i militanti nigerini, non sarebbe risolutiva e inoltre garantirebbe alle forze politiche attuali di restare in carica. Il movimento chiede infatti “una reale alternanza dei partiti”, “elezioni libere, trasparenti, inclusive e ordinate” e “il consolidamento della pace attraverso le azioni della società civile”.
I disordini sono coincisi con una visita a Niamey dell’Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che ha incontrato le autorità di governo per sollecitare azioni a difesa dei diritti umani, nonché esponenti della società civile, per raccogliere denunce e testimonianze. In agenda, anche il tema dei diritti delle donne, che in uno tra i Paesi più poveri dell’Africa rappresentano spesso la categoria più vulnerabile. Bachelet infine ha incontrato anche esponenti della G5 Sahel, la missione militare composta da Burkina Faso, Mali, Ciad, Muritania e naturalmente, Niger attiva contro i guerriglieri armati approvata dalle Nazioni Unite e finanziata da Francia e Stati Uniti.

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