Associazione Parchi Permanenti Italiani: affluenza in crescita a doppia cifra per i parchi acquatici e totale estraneità ai provvedimenti emanati dai NAS

Roma – I due anni complicati causati dalla pandemia, che hanno provocato ai parchi divertimento una perdita del 75% nel 2020 e del 50% nel 2021, sono ampiamente superati dai numeri che si registrano nella stagione in corso: l’andamento dei parchi acquatici, complice il grande caldo di questa estate, è estremamente positivo, con un incremento a doppia cifra in termini di affluenza rispetto al 2019 e punte che toccano addirittura il +40%. L’unica nota negativa è rappresentata dall’aumento esponenziale dei costi dell’energia, raddoppiati rispetto al passato e che determineranno una netta riduzione degli utili.

In merito alla notizia dell’ispezione di diverse piscine sul territorio nazionale e dei provvedimenti di chiusura disposti dai NAS, l’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Confindustria, chiarisce che tra gli associati non ci sono parchi acquatici colpiti dalla disposizione.

In Italia i parchi acquatici sono 100: l’Associazione ritiene che la definizione di “parchi acquatici” utilizzata da diversi organi di stampa non sia precisa, perché i provvedimenti coinvolgono principalmente piscine di hotel o di circoli sportivi e, a quanto si apprende, nella maggior parte dei casi abusive, quindi al di fuori di qualsiasi controllo. I parchi acquatici che fanno capo a PPI sono invece costantemente assoggettati alle ispezioni della Commissione Provinciale di Controllo e ASL, che certificano l’effettiva applicazione di tutti i protocolli.

Il rispetto delle normative tecniche a livello nazionale ed europeo è un requisito fondamentale per entrare a far parte dell’Associazione, per garantire la sicurezza tanto degli ospiti quanto del personale. E sempre a proposito di sicurezza, l’Associazione offre ai parchi acquatici un servizio di assistenza e di consulenza orientato alla continua e costante sanificazione delle acque.

“Tra i nostri associati – dichiara Luciano Pareschi, Presidente Associazione Parchi Permanenti Italiani – non ci sono stati problemi. Ben vengano i controlli che premiano chi ha investito in impianti di trattamento delle acque moderni e sicuri, doverosa quindi la verifica dei NAS e fondamentale la chiusura delle strutture non a norma, perché il discredito di chi non opera correttamente ricade sull’intera categoria.

Auspichiamo che in futuro queste ispezioni vengano effettuate ad inizio stagione, in modo che i provvedimenti siano subito effettivi, scongiurando situazioni dannose per la salute degli ospiti ed evitando la concorrenza sleale che queste strutture provocano a danno di tutta la categoria”.

Il comparto dei Parchi Permanenti Italiani è composto da circa 230 aziende tra parchi tematici, faunistici, avventura e acquatici, e nel 2019 ha generato un giro d’affari di 450 milioni di euro riferiti alla biglietteria, cifra che sale a 1 miliardo con l’indotto interno ai parchi, come la ristorazione e il merchandising, e a 2 miliardi considerando l’indotto esterno, relativo ad esempio a centri commerciali, hotel e altri servizi in prossimità dei parchi.

A livello di occupazione, il settore impiega 25.000 persone tra fissi e stagionali, 60.000 con l’indotto. Nel 2019 sono stati 20 milioni i visitatori provenienti dall’Italia, a cui si aggiungono 1,5 milioni di stranieri, per un totale di 1,1 milioni di pernottamenti in hotel.

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