Sudan e Etiopia: al via dialogo a 360 gradi, anche su diga annuncio a Khartoum di Presidente Al-Burhan e Premier etiopico Abiy

(DIRE) Roma, 27 Gen. – “Dialogo e comprensione reciproca” devono essere gli elementi cardine per dirimere ogni questione bilaterale, dalla dispute di confine ai rischi e le opportunità connesse all’attività della Grande diga del Rinascimento etiope (Gerd). Sudan e Etiopia lo evidenziano in una nota congiunta al termine di un incontro che si è svolto a Khartoum fra il presidente de facto sudanese, il generale Abdel Fattah Al-Burhan, e il primo ministro di Addis Abeba, Abiy Ahmed Ali.
Nel testo della dichiarazione, pubblicato per intero dall’agenzia di stampa nazionale sudanese Suna, le due parti hanno affermato di voler giungere a una condizione di “completa integrazione” e si sono impegnate a “una continua consultazione e riflessione su tutto ciò che riguarda gli aspetti bilaterali” e a “un coordinamento congiunto su questioni regionali e internazionali”. Nel documento il Sudan ha detto di “aver accolto con favore” l’accordo per la cessazione permanente delle ostilità siglato a Novembre in Sudafrica dal governo etiope e dalle autorità della regione settentrionale del Tigray, protagoniste di due anni di conflitto.  Dal canto suo l’Etiopia ha espresso il suo sostegno a un processo che “porti a un consenso interno e a un periodo di transizione stabile” verso “un governo di transizione e nuove elezioni”.
Addis Abeba ha anche sottolineato che “il Sudan è in grado di risolvere i suoi problemi da solo”. Lo scorso dicembre la giunta militare, salita al potere con un colpo di Stato nell’ottobre 2021, e rappresentanti di alcune forze politiche di opposizione e della società civile hanno raggiunto un accordo per una transizione di due anni. Abiy Ahmed ha incontrato a Khartoum sia i gruppi firmatari dell’intesa sia quelli che l’hanno rifiutata.
Fra le questioni a cui fa riferimento la dichiarazione, come evidenziano media di entrambi i Paesi, anche quella dell’area contesa di Al-Fashaga, area fertile di frontiera ufficialmente parte dello Stato sudanese di Gedaref ma al centro di una disputa sulla demarcazione dei confini che risale agli inizi del ‘900. Lo scorso luglio il Sudan ha anche richiamato il suo ambasciatore in Etiopia dopo che le forze armate di Khartoum avevano denunciato l’uccisione di sei soldati e un civile sudanese da parte dei militari etiopi.
La crisi è poi rientrata, anche se truppe sudanesi, dispiegate dopo l’inizio della guerra nel Tigray a novembre 2020, rimangono nell’area. La definizione delle frontiere nella zona di Al-Fashaga è inoltre l’oggetto dell’attività di diversi comitati, tecnici e politici, dei due Paesi. La Gerd invece, ha iniziato a produrre energia dopo l’attivazione di una delle sue turbine nel febbraio 2022. La struttura, che una volta entrata completamente in funzione sarà il più grande impianto idroelettrico d’Africa, è al centro di negoziati trilaterali con Egitto e Sudan da oltre dieci anni. Khartoum e soprattutto Il Cairo sostengono che la diga potrebbe causare la diminuzione della portata del fiume Nilo, di gran lunga la principale fonte di acqua dolce di entrambi i Paesi. (Red/ Dire) 13:17 27-01-23

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