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Liberalizzazione benefica se si apre a gestori multinazionali
(DIRE) Roma, 1 Dic. – “Sul mercato tutelato si fa grande confusione. Le notizie da mettere in fila sono molteplici ma tutte lineari. La ‘maggior tutela’ ha tariffe più basse del ‘mercato libero’: il fatto che nel 2022 non sia andata così in Italia è un evento eccezionale dovuto alla decisione di Arera di continuare a legarla al TTF di Amsterdam, contro lo stesso parere di Draghi che, considerando il mercato in quel momento in preda alla speculazione, ha messo una sorta di tetto per legge a quello ‘libero’ per evitare che anche questo seguisse l’andamento speculativo della borsa.
L’intervento di Draghi è stato attivo fino a giugno di quest’anno”. È quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli sul suo profilo Facebook rispondendo a una domanda di un elettore. “Guarda caso, proprio nel semestre in corso la ‘maggior tutela’ – ha aggiunto il vicepresidente- è tornata ad essere molto più vantaggiosa del ‘libero mercato’. La protezione dei consumatori dalle fluttuazioni del ‘mercato libero’ agisce in numerosi Stati europei, tra cui Spagna, Francia e Germania, dove il prezzo dell’energie è anche di 2/3 più basso che da noi.
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Se l’abrogazione delle tutele viene effettuata solo in Italia non c’è nessuna vera liberalizzazione e, in più, finiremmo per rendere la nostra economia meno competitiva rispetto a quelle le cui imprese pagano molto di meno l’energia. È legittimo protendere per le liberalizzazioni, ma occorre ricordare che le stesse prevedono per dottrina uno Stato ‘regolatore’ e questa funzione senza la ‘maggior tutela’ di fatto svanisce”.
“Tuttavia potrebbe essere egualmente benefica una liberalizzazione, a condizione però- ha puntualizzato Rampelli – che agisca su scala europea attraverso l’abrogazione di ogni forma di tutela in ogni nazione oppure consentendo a tutti i cittadini, le famiglie e le imprese del continente di acquistare l’energia da chi vogliono, cioè da qualunque gestore multinazionale di energia, spagnolo, francese, tedesco o italiano che sia. Questo realizzerebbe una vera concorrenza proficua per il consumatore. In caso contrario i cittadini italiani saranno penalizzati perché gli azionisti delle grandi società di gestione continueranno a vedere crescere fatturati e profitti.
Lo studio Comar pubblicato due giorni fa ci racconta che nel 2022 il fatturato del comparto energetico è salito 643 mld contro i 349 del 2021 (+294 mld), con un profitto cresciuto in un anno di circa 10 mld. Soldi usciti dalle tasche di famiglie e imprese”. “A tutto questo non hanno pensato Pd e M5S, nemmeno Conte e Draghi, fino a farci trovare all’angolo. Perché, è bene ribadirlo, coloro che oggi protestano per la possibile abrogazione della ‘maggior tutela’ – ha ricordato Rampelli- sono gli stessi che l’hanno trascritta tra le condizioni per ottenere i fondi del Pnrr”.
“Il governo Meloni – ha concluso- sta cercando di recuperare questa situazione compromessa attraverso il lavoro incessante del Ministro Fitto e chi cerca di spuntare un po’ di visibilità mediatica con bugie (la fantasiosa ‘tassa Meloni’) o con crociate degne di miglior causa rischia solo di danneggiare l’azione del governo impegnato in queste ore in un tentativo in extremis di rimediare ai danni fatti da altri. A questo puntano partiti di opposizione, lobbisti e Signori dell’energia?”.