Indimenticabile Rino Gaetano …

“ C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale!”

Rino Gaetano a un concerto prima di cantare Nuntereggae più nel 1979

Indimenticabile Rino! Così direbbero tutti quelli – e sono tanti – che lo hanno amato e idolatrato nei lontani anni ’70 quando la sua stella controcorrente cominciò a brillare sul grigio panorama canzonettistico italiano.

Rino Gaetano, pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano, viene alla luce in pieno 1950 a Crotone, dove rimane per tutta l’infanzia; il giovane Rino nasce povero e viene costretto al trasferimento nella città di Roma, insieme ai genitori, in cerca di lavoro. Aspirante geometra, non molto portato per i banchi di scuola, coltiva i primi interessi per il mondo del teatro. Inizia i suoi primi approcci musicali imparando a suonare la chitarra, componendo le sue prime canzoni. Incontra fin da subito le perplessità del mondo musicale per il suo modo ironico e singolare di proporre i suoi pezzi, poco “in linea” con la tendenza seriosa e di stile ideologico di quel periodo, viene però notato da alcuni discografici romani suscitando la loro curiosità.

Dopo varie esperienze di teatro per ragazzi (in una versione musicale di “Pinocchio” interpretava la Volpe), debutta con un 45 giri nel quale interpreta sotto lo pseudonimo di “Kammamuri’s” una canzone intitolata “I love you Marianna”. Niente da fare, Gaetano è troppo fuori dagli schemi per essere capito dal conformistico universo della discografia italiana, in un momento in cui la moda del “demenziale” era ancora ben lungi dal venire alla luce, e questa sua prima prova viene solo guardata con un misto di compatimento e di pena. Tuttavia la tenacia del cantante non si fa corrodere dai giudizi altrui. Ci riprova due anni dopo (1974), ma stavolta con un intero disco: il mitico “Ingresso libero”. Pubblico e critica al solito lo ignorano, ma intanto il successo di essere presente sul mercato Rino Gaetano lo ha ottenuto. E infatti quella sua prova costituirà di fatto il grimaldello per i suoi più ampi successi venturi.

In cantiere aveva una vera e propria bomba: un motivo di facile presa, dal solito contenuto corrosivo, che non poteva non attecchire: si trattava di “Ma il cielo è sempre più blu”, il pezzo che nel 1975 gli fa compiere il gran salto in cima alle classifiche. Nel 1976 esce il suo secondo LP, questa volta molto atteso, “Mio fratello è figlio unico”, partorito dopo lunghi anni di sperimentazioni e di prove. All’interno, un altro hit mai più uscito dall’ideale canzoniere italiano: “Berta filava”. Da questo momento in poi, per un periodo che va dal 1976 al 1978, Rino Gaetano si impone sempre più come il cantautore fuori dalle righe, il “grillo parlante” per antonomasia e pubblica una serie di pezzi che hanno la qualità (insolita per certi versi) di divertire ma di far riflettere su temi tanto delicati quanto difficili da affrontare in musica.

Con i successivi LP “Aida” (1977) e “Nuntereggaepiù” (1978) in un rapido crescendo, riscuote consensi sempre più consistenti, fino a ottenere un vero e proprio successo con la canzone “Gianna” al Festival di Sanremo del 1978, dove si esibisce davanti alla grande platea mostrando tutta la sua ironia scanzonata degna di un vero artista di varietà. Un’esibizione che è rimasta scolpita nella memoria di molti. Nel 1979 è la volta del disco “Resta vile maschio dove vai” (il brano omonimo viene scritto da Mogol che lancia nel periodo estivo l’indimenticabile ballata “Ahi Maria”. Il disco segna il passaggio dalla piccola casa discografica It, alla multinazionale RCA e l’inizio di una serie di tournee che lo renderanno popolarissimo in tutta Italia.

Dopo questi innumerevoli successi per il sensibile Rino la crisi artistica è dietro l’angolo e dopo il non del tutto riuscito “E io ci sto” (1980), cerca altre vie espressive, iniziando a collaborare con artisti come Riccardo Cocciante e i New Perigeo (con i quali incide un ormai introvabile Q-disc).

Purtroppo la carriera di Rino Gaetano si interruppe tragicamente con la sua morte, avvenuta a soli trent’anni, in un incidente stradale a Roma il 2 giugno 1981, quando la sua Volvo 343 si schiantò contro un camion sulla via Nomentana all’altezza dell’incrocio con via XXI aprile. Sia pur prontamente soccorso, Gaetano, in fin di vita, venne rifiutato da cinque ospedali, una circostanza sorprendentemente simile a quella narrata in uno di suoi primi testi, e morì per la gravità delle ferite riportate, a pochi giorni di distanza dalla data fissata per il suo matrimonio. È sepolto al cimitero del Verano. La sua morte prematura ha tarpato per sempre le ali all’evoluzione di un artista che ha saputo essere imprevedibile e che avrebbe sicuramente regalato altre, forse folli, forse più meditate, sorprese. Il primo libro su di lui, che è anche la sua prima biografia ufficiale, uscì nel 2001, a 20 anni esatti dalla sua scomparsa.

Antonella Pirrotta

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