Tagli alla scuola: ventidue Sindaci contestano la scelta

Ventidue sindaci (Amato, Argusto, Andali, Cenadi, Centrache, Chiaravalle Centrale, Gagliato, Gimigliano, Guardavalle Jacurso, Martirano, Montauro, Montepaone, Olivadi, Palermiti, Platania, San Floro, Sant’Andrea Apostolo, Satriano, Sorbo San Basile, Torre di Ruggiero, Cardinale) hanno siglato un documento con cui contestano la scelta di tagliare le scuole. Un atto contro il diritto alla studio previsto dalla Costituzione che creerebbe dei grossi problemi nei Comuni che hanno siglato quest´atto. Purtroppo si tratta di una momento delicato per la scuola italiana, e sicuramente la chiusura di istituti scolastici accentua una crisi che investe vari campi del settore. Il precariato scolastico è un fenomeno che cresce anno dopo anno come aumenta altresì il numero di docenti non di ruolo mandati a casa. A pagarne le spese, come al solito, sono gli studenti italiani a cui non viene garantito un efficace sistema d’istruzione. Basti pensare agli allievi delle scuole di cui abbiamo parlato all’inizio di quest’articolo che, adesso, dovranno spostarsi nei paesi limitrofi  per poter partecipare alle lezioni. Le soluzioni? Non ce ne sono purtroppo in questo momento, quello che si può fare è convincere il Ministero della Pubblica Istruzione a tornare indietro su alcune decisioni drastiche e lasciare in vita i complessi scolastici nei luoghi in cui è stato deciso di apporre i sigilli. Bisogna pensare al futuro dei giovani italiani che non possono essere condizionati nella scelta delle scuola a causa della mancanza di esse nel territorio in cui vivono. Il futuro dell’Italia si costruisce offrendo le migliori possibilità di crescita alle nuove leve che vogliono diventare uomini pronti a stare al mondo. Ma, per educarli e istruirli a trecento sessanta gradi, serve che ci sia una Scuola efficiente e presente.

Giuseppe Dattola

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