Commissari a Melito Porto Salvo

 

Melito Porto Salvo

Sono circa 137 in Italia i comuni commissariati di cui almeno 30 sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata. Sotto l’ex governo Monti ben 25. In Calabria con l’intenzione di fare sul serio contro la collusione mafia-politica, attualmente sono 17 quelli commissariati per infiltrazione mafiosa. Tra i quali spicca, sciolto per “contiguità mafiosa”, per la prima volta, un capoluogo di provincia: Reggio Calabria. E ora è il caso di un altro comune dell’Area Grecanica. Dopo l’operazione ADA ecco l’arrivo della Commissione d’accesso nel comune di Melito Porto Salvo. L’ingresso ufficiale si è svolto nelle prime ore della mattinata di ieri a “Palazzo San Giuseppe”. I tre commissari, nominati dal prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli sono : Giuseppa Di Raimondo, viceprefetto vicario della Prefettura di Caltanissetta; Rosanna Pennestrì, funzionario economico-finanziario della Questura di Messina e Antonio Giannelli, viceprefetto, capo di Gabinetto della Prefettura di Forlì-Cesena. La triade prefettizia è stata ricevuta dal collega commissario, viceprefetto Salvatore Fortuna, che in questi giorni si era insediato in comune, sotto richiesta del Prefetto, all’indomani della sospensione del consiglio comunale melitese. La commissione d’accesso avrá sei mesi di tempo per redigere la relazione.  Poi la parola passerá al Ministero Degli Interni, che valuterá se sciogliere o meno per mafia, il consiglio comunale. Ad accogliere i commissari c’erano anche il capitano Onofrio Antonio Laganà, comandante della Polizia Municipale col corpo dei “Vigili Urbani”, il segretario generale del Comune Eros Polimeni, personale dell’ente, il capitano Gennaro Cascone, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Melito Porto Salvo ed il maresciallo capo Andrea Scarpino, comandante della locale stazione. Erano presenti anche alcuni consiglieri dell’ex minoranza. La Commissione d’accesso antimafia, dovrà verificare l’eventuale sussistenza di infiltrazioni e condizionamenti da parte della criminalità organizzata sulle procedure amministrative dell’Ente e comunicare i risultati dell’indagine al Prefetto, il quale comunicherà a sua volta i dati in una relazione dettagliata al Ministero dell’Interno. Con questo sistema la magistratura taglia i passi alla criminalità organizzata e crea casi esemplari e di studio per conoscere e contrastare le collusioni mafia-politica. Il decreto che fa riferimento all’amministrazione straordinaria di un comune sciolto per collusioni mafiose risale al ’91. Da allora i comuni sciolti sono stati 170, per 211 volte La legge fu applicata per la prima volta nell’agosto di quell’anno per commissariare Taurianova, centro in provincia di Reggio Calabria. Ad accelerare il varo della normativa fu proprio la faida che da anni insanguinava la cittadina della piana di Gioia Tauro. Il comune di Taurianova è stato sciolto di nuovo nel 2009. Ora, a distanza di oltre vent’anni dal primo commissariamento, con alla guida lo stesso sindaco del secondo, rischia ancora: lo scorso settembre si è insediata la terza commissione d’accesso antimafia. Tra le ragioni dell’amministrazione straordinaria ci possono essere dimissioni della maggioranza dei consiglieri, dimissioni del sindaco, l’infiltrazione di tipo mafioso, il decesso del primo cittadino, l’annullamento delle operazioni elettorali, l’approvazione di una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, la sua ineleggibilità. Alcuni comuni risultano commissariati per impossibilità di surroga dei consiglieri dimissionari, mancato raggiungimento del numero minimo dei votanti , decadenza del sindaco per elezione ad altro incarico, sostituzione del commissario straordinario.

Rosalia  Francesca Salvatore

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