Un popolo si muove per la pace, contro le vendette di sangue

Un centinaio di giovani concludono la marcia in Albania – Giovanni Ramonda incontra l’Imam di Tirana: «Valorizziamo l’Islam moderato». Si è concluso stamattina alle 11 – con una conferenza stampa nella città di Tirana – il cammino di un Papa Giovannicentinaio di giovani italiani e albanesi che hanno marciato per la Pace, il perdono, la riconciliazione e contro le “vendette di sangue”. La marcia è stata organizzata dall’Operazione Colomba, il corpo nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII. I volontari di Operazione Colomba condividono la vita delle famiglie sotto “vendetta di sangue”: scortano chi ha paura e danno conforto a chi ha subito un lutto, cercano di camminare con queste famiglie per dare segni di speranza e per cambiare la vendetta in percorsi di riconciliazione.  «Con questa marcia abbiamo voluto dare visibilità alla proposta forte che facciamo: passare dallagjakmarrje, che letteralmente significa presa del sangue, alla gjakfalje ovvero il perdono del sangue – a parlare è Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII – Ieri siamo stati accolti a Tirana, città che il Papa visiterà il 21 settembre, dal Vescovo ausiliare cattolicoMonsignor George Fremdo. In seguito ci siamo recati alla moschea e abbiamo incontrato l’Imam Ylli Gurra, in un clima di pace, sentito da tutti. Riteniamo che questo nostro incontro sia un segno davvero importante, in particolar modo nel contesto che il mondo oggi vive, della guerra e dei fondamentalismi. Bisogna valorizzare l’Islam moderato, che poi rappresenta la maggioranza dell’Islam, che sa davvero dialogare.  Ieri, insieme, Islam e Cattolicesimo, abbiamo condiviso un vero cammino di pace». Oltre 1253 fra comuni cittadini, opinionisti, politici, enti ed istituzioni hanno dato la propria adesione all’iniziativa. Un’iniziativa che ha alla base l’utilizzo della nonviolenza come strumento di risoluzione dei conflitti, in Albania e nel mondo. Ilir Meta, presidente del Parlamento Albanese, e Bledi Çuçi, Ministro Albanese per le questioni locali, hanno aderito all’appello della marcia che chiede l’applicazione di una legge già esistente per combattere assieme, società civile e Stato, questa lotta di giustizia contro la violenza. Un dato importante, proprio mentre l’Unione Europea approva ufficialmente a candidatura dell’Albania a diventare Stato membro. Per chi volesse approfondire l’8 luglio prossimo alle ore 10 nell’Aula Magna “Galilei” dell’Università di Padova alcuni caschi bianchi (volontari in servizio civile nazionale all’estero) dell’Operazione Colomba saranno ospiti del Centro Diritti Umani del Professor Antonio Papisca, all’interno di un convegno per presentare il libro “Caschi Bianchi oltre le vendette. Sperimentare il Servizio Civile e la difesa non armata e nonviolenta per conoscere e trasformare i conflitti”, in cui centrale sarà il dibattito sulla formazione e la sperimentazione dei corpi civili di pace. La Marcia della Pace. Da nord verso sud, la marcia della pace ha percorso in 10 giorni 130 chilometri fra le colline. “Passo dopo passo seminiamo speranza ovunque camminiamo. Ci accorgiamo che queste persone ci stavano aspettando; nei loro sguardi si può scorgere la loro storia personale, ma ancor di più la storia che hanno vissuto come popolo – ci racconta una giovane volontaria, Giulia Zurlini -. Decenni di dittatura comunista, quaranta lunghissimi anni di isolazionismo, la pratica dell’ateismo forzato, il ferreo controllo del pensiero, hanno contribuito allo sviluppo di una mentalità basata sul sospetto. Noi siamo impegnati nel diffondere il meglio di ciò che la cultura albanese ci ha insegnato; rimaniamo sorpresi dalla bellezza dei posti in cui passiamo, dall’accoglienza delle persone, dalle domande dei curiosi.” Operazione Colomba è il Corpo Nonviolento di Pace della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Dal 2010 Operazione Colomba è presente in Albania, a Scutari e a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunità Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle “vendette di sangue”. I volontari, insieme ai membri della Comunità e ai volontari in Servizio Civile Internazionale, condividono la quotidianità con le famiglie in situazioni di vendetta. I corpi civili di pace. Un emendamento proposto dai Parlamentari per la Pace alla Legge di stabilità ha destinato 9 milioni di euro per il triennio 2014-2016 per la formazione di cinquecento giovani da impiegare in azioni di pace in aree di conflitto nell’ambito del servizio civile (previsto dall’art. 12 del D.Lgs. 77/2002). Alcuni di questi giovani potranno affiancarsi ai progetti di Operazione Colomba in Abania e in altre parti del mondo.

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