In aumento in Calabria le truffe on line e per l’esattezza si è registrata un’impennata dei reati legati ad attività sessuali in rete. Per chi non lo ricordasse è il sesso a muovere la rete ed i suoi utenti. Basti pensare (facile fare una ricerca in tal senso) ai dati del solo Google su quanti e quante fanno ricerche relative al sesso ogni istante on line. Le truffe ed i raggiri sono all’ordine del giorno.
Ma la frode “in voga” nell’ultimo periodo invece riguarda lo scambio di foto o video o la registrazione degli stessi in Skype o altre video chat per poi chiedere ai malcapitati maschietti dall’alto testosterone un riscatto per la non diffusione in rete degli stessi.
Pare che siano stati chiesti dai 300 ai 500 euro che spesso finiscono nelle “casse” di vere e proprie organizzazioni che operano dall’estero. E sopratutto attenzione! Le donne che appaiono in foto sui profili che richiedono la vostra amicizia nella maggior parte dei casi sono solo “specchietti per allodole” non sono infatti le stesse che scrivono il messaggio, anzi dall’altro lato potreste anche trovare persone del sesso opposto, per queste persone è solo un business. Il reato di estorsione o ricatto può però anche configurarsi anche al contrario, avvenenti uomini senza scrupoli richiedono foto sexy ad incaute utenti minacciandole poi di rendere pubblico tutto il materiale.
Come difendersi? Altre volte accade che giovani ed avvenenti profili di donna richiedano in maniera del tutto spontanea l’amicizia sui più noti social-network per poi cercare di ottenere uno scambio di contatti via email, dove normalmente richiedono soldi in realtà in quel testo che arriva si cela un virus che infetta il pc, l’email va cestinata senza nemmeno essere letta. Nella migliore delle ipotesi vi invitano a spettacoli in cam a pagamento. Denunciare tutto alla Polizia Postale (qui i dati relativi al 2015 diffusi dalla Questura di Reggio Calabria) e segnalare i falsi account al social o all’applicazione in questione oltre che non cedere mai al ricatto.
Fabrizio Pace
