Record benzina: il paradosso del mercato petrolifero

Non ha freni il prezzo del carburante nel nostro Paese. La benzina, infatti, in questa settimana ha raggiunto un nuovo record storico. In questi ultimi giorni, secondo le recenti rilevazioni di Staffetta Quotidiana, il suo prezzo continua a salire notevolmente volando nettamente al di sopra di una media che si aggirava nei giorni scorsi a quota 1,60 euro al litro. In parecchie regioni tra l’altro (soprattutto nel Mezzogiorno) la verde costava già abbondantemente più di 1,60 euro al litro. In queste regioni, infatti, dove vige l’addizionale regionale (e precisamente Calabria, Campania e Puglia per il meridione, Abruzzo, Marche, Molise per il centro e la Liguria come unica regione settentrionale) la media della benzina risulta più alta, con la Puglia a fare da battistrada a quota 1,643 € al litro.

A stupire è il fatto che questi ennesimi rincari, seppur a ridosso dell’imminente stagione estiva (periodo noto per gli annuali rincari di carburante e tabacchi), arrivino proprio quando sui mercati internazionali si sono recentemente registrati netti ribassi dei prezzi dei prodotti raffinati. Martedì scorso sul mercato del Mediterraneo, nella prima sessione che ha seguito i due giorni di chiusura delle contrattazioni, Staffetta Quotidiana ha registrato un tonfo dei prezzi. La benzina ha perso 17 dollari la tonnellata, a quota 1.145, mentre il gasolio 15, a 1.054. L’euro ha perso leggermente terreno rispetto al dollaro e così, per i compratori europei, il prezzo della benzina si è attestato a 585 euro per mille litri e quello del gasolio a 603. Così, una tonnellata di benzina, in questi giorni, costa circa 24 dollari in meno rispetto alla precedente rilevazione. Il gasolio ha subito la stessa sorte e adesso costa 19 euro in meno. Sul mercato internazionale a trascinare in basso i prezzi sono stati i dati sulle scorte petrolifere diffusi dall’Eia, l’ufficio delle statistiche Usa sull’energia e quelli sui consumi di benzina diffusi dal dipartimento Usa dell’Energia, che mostrano un rallentamento. Il forte aumento delle scorte di greggio ha dispiegato il suo effetto ribassista anche sui prodotti raffinati, per quanto le scorte Usa di benzina restino ancora a livelli molto bassi e in calo. Eppure le pompe di benzina del nostro Paese non accennano ad abbassare i prezzi dei carburanti, anzi stiamo assistendo ad altri rincari storici dei quali, però, non riusciamo a spiegarcene la ragione.

Filippo Turiano

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