E’ Noah il migliore difensore NBA 2014

di Giuseppe Dattola – L’NBA comincia ad assegnare i premi stagionali e, recentemente, ha nominato Noah dei Chicago Bulls come migliore difensore dell’anno. E’ il giusto riconoscimento questo ad un giocatore che non è stato baciato da un grandissimo talento ma che gioca con un’intensità impressionate e che fa la differenza anche per le sue doti di trascinatore. Noah è un giocatore dalla grandissima intelligenza cestistica che lo porta a vedere il gioco quasi come un playmaker; tante triple doppie fatte o sfiorate nella migliore stagione della sua carriera in cui ha condotto i suoi Chicago Bulls a terminare la regular season al quarto posto ad Est nonostante l’assenza perenne della superstar Derrick Rose. Dopo l’infortunio del go to guy, Noah si è esaltato al massimo giocando un paio di mesi stellari con i Bulls che hanno compiuto autentiche imprese grazie ad una difesa straordinaria che ha annichilito grandi campioni come Lebron James che, storicamente, soffro la pressione di Chicago anche perché Noah è un lungo che ha gambe e reattività per stare con i giocatori dal primo passo esplosivo come King James. Chicago non vincerà il titolo ma tutti sanno che per batterli devi dare il 110% perché rischi di dare spazio ad un team che esegue perfettamente e che può contare sull’erede di Valde Divac; i suoi passaggi dal post sono delle autentiche chicche che ricordano le giocate del talento jugoslavo, l’uomo che ha aperto sostanzialmente la frontiere europea agli americani che quasi non sapevano che si giocasse a basket anche al di là dell’oceano. Noah è un francese di nascita e passaporto ed è una colonna della nazionale transalpina. I suoi geni sono quelli di un grande atleta perché stiamo parlando del figlio della leggenda del tennis Yannick Noah che spesso assiste dalle tribune dell’arena di Chiacago all’imprese sportivo del figliol prodigo che può festeggiare questo importante riconoscimento. I Bulls se lo coccolano e sanno che, se vorranno tornare a rivincere un anello, dovranno tenersi stretto questo gladiatore del parquet che sarebbe sicuramente piaciuto anche a sua maestà Michael Jordan, l’uomo che segnava i canestri decisivi ma che ha avuto bisogno dei vari Rodman, Horace Grant e compagnia per arrivare fino in fondo come ha messo lui stesso spesso durante e dopo la sua straordinaria carriera. Dove ? A Chicago dove amano chi ti fa vincere non solo con il talento ma con il cuore.

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