Renzi a Londra: tra 10 anni, completate le riforme, l’Italia guiderà l’Europa

Secondo Mattero Renzi la riforma del lavoro sta attraversando la sua fase finale. Dopo mesi di varie vicissitudini, scontri ed incomprensioni, il Presidente del Consiglio, da Londra, ha annunciato che “sarà possibile fare la riforma del lavoro al massimo entro un mese”. È importante – ha sottolineato – al fine di attirare capitali ed incentivare gli investitori ad assumere, soprattutto adesso che ci si appresta a mandare in pensione l’articolo 18. Questo, per gli addetti ai lavori ma no solo, rappresenta un passaggio importante che sintetizza la parabola evolutiva della sinistra negli ultimi anni, giacché l’articolo 18, come era del resto prevedibile, non è più (e non era sin dall’inizio probabilmente) considerato dal segretario del PD come una forma di tutela nei confronti dei lavoratori, ma diversamente motivo di diseguaglianza nei confronti di coloro che non sono sottoposti alla sua copertura e che, quindi, risulterebbero discriminati, e, dulcis in fundo, un limite per la libertà degli imprenditori.

Sembra grottesco e surreale quanto si sia verificato in casa Pd nell’ultimo anno se solo si pensa che ancora nel 2013 ogni discussione in merito all’articolo 18 rappresentava un tabù assoluto per il centro sinistra italiano. Quel che è certo oggi, tuttavia, è che la sua abolizione, diversamente rispetto a qualche mese fa, è considerata un passo avanti importante per favorire la crescita, sebbene vada specificato che la situazione non è chiara e risolta definitivamente. Il Governo, infatti, si trova ancora stretto nella morsa creata dalla minoranza del PD e dai sindacati a cui si è aggiunta, quasi di sorpresa, Forza Italia che teme eventuali aggiustamenti inerenti l’abolizione dell’articolo 18. Ed, infine, c’è anche Mario Draghi. L’attuale presidente della Bce, infatti, è tornato a parlare dell’Eurozona, ricordando che la ripresa risulta essere ancora piuttosto modesta. I Governi, secondo Draghi, devono andare avanti con le riforme nel pieno rispetto dei vincoli europei, primo fra tutti il patto di stabilità, se intendono uscire da una condizione generale che, secondo la sua analisi, dipenderebbe unicamente dagli Stati (il riferimento è all’Italia) e non dalla Bce che pure sarebbe pronta a ulteriori misure per risollevare l’inflazione.

Per Matteo Renzi, comunque, il cambiamento è appena iniziato e se completeremo le riforme, l’Italia tra dieci anni, grazie ai cambiamenti in atto, guiderà l’Europa e sarà una protagonista forte dell’economia mondiale.

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About the Author: Luigi Iacopino