“Nessuna rottura ma c’è disagio”

PDSe i rapporti in casa leghista sono tesi e rischiano di provocare fratture da non sottovalutare, l’aria che si respira in casa democratica è ancora più pesante. Il segretario Matteo Renzi è chiamato a fare i conti con più di un “Tosi” e, quindi, con una minoranza che al proprio interno risulta essere divisa in più (mini)minoranze. Perché, sebbene in diverse occasioni pubbliche si facciano trovare insieme e nonostante le insofferenze nei confronti dell’ex sindaco di Firenze abbiamo un minimo comun divisore rappresentato dall’atteggiamento arrogante e soffocante di Renzi, le prese di posizione del duo Civati-D’attorre, molto spesso in sintonia con l’ex segretario Bersani, non sempre coincidono con quelle di D’Alema o di Rosy Bindi. E questo non è certamente un mistero, giacché sono gli stessi protagonisti dell’opposizione interna al Pd a non farne mistero.

frettaE cosi, mentre il Premier non perde tempo a vantarsi delle riforme del proprio esecutivo e alle previsioni di crescita occupazione legate alla riforma del lavoro, Pier Luigi Bersani torna a lanciare allarmi. Il deputato “dem”, che smentisce categoricamente le accuse rivolte alla minoranza che rappresenta di aver assunto una posizione critica rispetto alla riforme soltanto per una questione di poltrone, nega la possibilità di rotture ma, al contempo, sottolinea l’esistenza di un disagio di cui bisogna prendere atto. Il messaggio lanciato dal leader dell’ormai passato cartello elettorale di centro-sinistra “Italia. Bene Comune”, è forte e chiaro e a Renzi non spetta che trarre le dovute conseguenze, soprattutto adesso che è venuto meno il patto del Nazareno. In cantiere ci sono ancora la riforma costituzionale, la riforma della giustizia e la riforma della scuola.

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About the Author: Luigi Iacopino