La Chiesa reggina boccia le unioni civili

Duomo_RCDa qualche settimana la Commissione ‘Statuto e Regolamenti’ del Comune di Reggio Calabria è impegnata in una serie di audizioni in cui l’amministrazione si sta confrontando con diverse parti della società civile in merito alla questione del registro comunale delle unioni civili. A questo democratico ed istituzionale dibattito è stata inviata anche la Diocesi che è intervenuta in Commissione martedì 14 aprile con la presenza della dott.ssa Luciana Megali, delegata dall’Ufficio Pastorale Famiglia e funzionaria del Ministero della Giustizia.

Dalla relazione della dott.ssa Megali emerge sin da subito un deciso no della Chiesa reggina alla proposta di istituire un registro comunale delle unioni civili. E sono numerosi gli spunti di critica offerti. Nella prima parte dell’intervento si è subito premesso che la questione affrontata investe pienamente il campo etico, pertanto molto delicato e che rischia di affrontare questioni di natura teorica che non sempre hanno un riscontro concreto nella realtà. Per questo la Chiesa cattolica, che come primo servizio è chiamata ad offrire al mondo chiarezza nell’esposizione della Verità, non si può sottrarre a questo dibattito, sollecitata anche dagli ultimi due pontificati che ci parlano della difesa dei “valori non negoziabili”, tra cui la vita e la famiglia, e ci invitano ad una giusta lettura del reale per non cedere al relativismo ed alla dittatura del pensiero unico. Dopo questa dovuta premessa si è passato ad analizzare più tecnicamente la proposta del registro comunale delle unioni civili, il quale appare un provvedimento illegittimo se dovesse essere consentito dal Comune di Reggio. La materia “stato civile e anagrafe”, infatti, è competenza riservata solo al Parlamento, quindi i Comuni non sono assolutamente legittimati ad intervenire in merito. Ne consegue che questo registro comunale non avrà alcuna validità giuridica, quindi non può riconoscere alcun diritto concreto. Ciò trova evidenza nel fatto che già il nostro Parlamento sta lavorando in merito con la discussione del ddl Cirinnà.

Un altro rilievo critico importante è stata la constatazione che l’ordinamento giuridico italiano di fatto già riconosce i diritti delle coppie conviventi, sia dello stesso sesso che di sesso opposto. Tra l’altro, grazie all’art. 1.322 del Codice Civile, le coppie conviventi possono stipulare degli accordi o contratti di convivenza, fra cui i “contratti notarili di convivenza”, con cui regolamentare alcuni aspetti di natura patrimoniale e non solo. In tal modo la delegata diocesana ha dimostrato ulteriormente l’inutilità di questi registri comunali.

famigliaLa dott.ssa Megali ha comunque specificato che è giusto tutelare i diritti di tutti ma stando attenti a non scadere in posizioni ideologiche così come ammoniva il card. Bagnasco quando, riferendosi alle unioni civili, disse che non sono una “risposta a problemi reali ma che si voglia affermare ad ogni costo un principio ideologico, volto ad indebolire la famiglia”. Il dissenso espresso dalla Diocesi sull’istituzione del registro delle unioni civili si pone pertanto a rafforzare la tutela della famiglia regolarmente costituita nel matrimonio, che per ogni credente rappresenta un Sacramento e come tale inscindibilmente unito a Dio, aperto all’accoglienza della vita, caratterizzato dai beni essenziali dell’unità, indissolubilità, fedeltà e fecondità. I giovani devono essere aiutati e sostenuti a costruire la famiglia, cellula portante della nostra società, a guardare al futuro con speranza e non a trovare forme alternative di unioni che relativizzano il senso vero del matrimonio, solo perché oggi questa società non è in grado di dare risposte concrete ai loro bisogni.

La relazione si è conclusa citando l’Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis, in cui la CEI invita i politici a “sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana, tra i quali rientra la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna”.

Luca Taveri

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