Stato di guerra tra le bande in Forza Italia

Segnali inconciliabili e incongruenti di rigenerazione interna rischia di trasformare Forza Italia in una vera e propria lotta armata tra bande, della quale, sicuramente approfitteranno veterani e nuovi adulatori di Silvio Berlusconi. Mentre da un lato ci si colloca unitamente alla nuova Lega per un’alternanza a Renzi, dall’altra non esistono spazi a quell’agibilità politica che il Leader Berlusconi riserva ai modelli di rinnovamento e a quegli uomini politici idonei a rappresentarla. Se Berlusconi pensa che ci si accontenti del cambio di direzione e di rotta al Nazareno per contrassegnare una svolta politicamente e astutamente credibile, sta sbagliando di grosso. Fiacche e deboli sono le facce e le idee che i presidenzialisti televisivi di Forza Italia impersonano in questa delicata fase, lontani dall’imbarazzante attesa di moderati da troppo tempo privi di risposte, non sintonizzati con il polso della situazione di una collettività stanca delle solite esternazioni, del solito personale politico spento, privo di identità e di vicende nell’ impegno civile, rappresentativo del niente, ma che ancora, sfortunatamente, invade gran parte delle comparsate televisive e sui media su un partito che, con questo criterio, dimostra, ogni giorno che passa, di avere seriamente poco altro da ribadire, se non cambia speditamente e sollecitamente passo. Sono finiti i periodi in cui bastava il volto del presidente a rimettere tutto in ordine, ora per vincere servono, di fianco ed accanto alla guida, individui e donne spendibili, messaggeri sani di iniziative concrete a favore delle classi produttive e dei contribuenti di questa nazione, vergini almeno per stare al passo con le urgenze imposte dalla difficile crisi in corso e con l’impennata e il successo del più potente alleato di questa immaginabile coalizione anti-Renzi, Matteo Salvini. Se qualcheduno sta facendo credere a Berlusconi che basti l’abituale copione per recuperare una situazione già profondamente degradata, lo sta posizionando nella stessa condizione di chi lo aveva persuaso che vi fosse un contratto di ferro per l’elezione condivisa del nuovo capo dello Stato. Se è tutta farina del suo sacco, l’attuale follia o paranoia politica in Forza Italia, allora, è ancora peggio ed evitato il cesaricidio si sta procedendo rapidamente verso uno scenario che simboleggia un melanconico suicidio (politico) assistito. Si stringano forti quelli che intensamente auspicano mettere fine al dominio incontrastato dei partiti di sinistra in questa nazione, in un caso o nell’altro, allorché non si muti prontamente registro politico e ancor più comunicativo nel partito dei moderati, tutto ciò sarà sicuramente a vantaggio di chi non si lascerà scompigliare e saprà aspettare, desto e ottimista nei suoi mezzi, il naturale corso degli eventi. Ogni cosa ha il suo giusto periodo

di PeppeGiannetto

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