La Presidente della Commissione Antimafia dov’è ? E’ questa la domanda che in molti calabresi si pongono già da un po’ di tempo. Rosy Bindi, candidata ed eletta in Calabria con il Partito Democratico, era consona venire giù a Reggio Calabria molto spesso nel periodo di governo del Centrodestra, veniva per “controllare” le scelte dell’allora governatore Giuseppe Scopelliti.
“Visite” che terminavano concedendo audizioni a tutti tranne che al diretto interessato. Oggi alla luce di quanto è accaduto alla Regione Calabria, ci interroghiamo sul perché non venga in città a spiegare ai calabresi le anomalie che già da tempo si segnalano sul governo regionale?
Per carità noi siamo garantisti sino al terzo grado di giudizio e quindi lungi da noi emettere condanne mediatiche ma ci sono e c’erano degli elementi che avrebbero dovuto richiamare l’attenzione della Presidente della Commissione Antimafia.
Le “stranezze” nel governo Oliverio erano tante ma Rosy Bindi non è mai scesa a rassicurare i cittadini anzi pare che QUALCUNO abbia detto “Non esiste un caso De Gaetano”, e meno male … perché se ci fosse stato, cosa ci saremmo dovuti attendere? Fu lo stesso governatore calabrese ad esporsi personalmente, per mettere a tacere il vociare attorno ad alcune sue nomine.
Al di la di come andrà a finire la vicenda e nella speranza che tutto si ridimensioni, è ampiamente contestabile, a nostro modesto avviso, la decisione di Mario Oliverio di scegliere tra i membri del suo esecutivo, soggetti politici già in qualche modo coinvolti in vicende giudiziarie non definitive. E’ quel tipo di decisione sulla quale la Commissione Nazionale Antimafia avrebbe dovuto quanto meno porre delle domande.
Noi, portiamo le istanze di tanti cittadini calabresi, molto preoccupati da quanto appreso ieri dalle forze dell’ordine, vorremo che Rosy Bindi venisse e raccontare cosa c’è in rimborsopoli, che ad occhi profani sembrerebbe un vero e proprio sistema per fare soldi, e soprattutto perché non si è intervenuti prima?! Probabilmente stando alle conclusioni di “erga omnes” alcuni non sarebbero stati nominati o addirittura candidati.
