CFS, 7 indagati per gli incendi boschivi in Calabria

Denunce e sanzioni per i colpevoli. Resoconto dell’attività del Corpo Forestale dello Stato a metà della stagione antincendio

cfsReggio Calabria, 04 agosto 2016 – Sette persone denunciate e venti sanzionate: sono questi i risultati conseguiti dal Corpo Forestale dello Stato in Calabria a seguito dell’attività di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi. Si tratta di un bilancio provvisorio, che riguarda soltanto la prima metà della stagione antincendio 2016, entrata nel vivo il 15 giugno scorso, giorno di inizio del periodo di massima pericolosità, e destinata a concludersi, salvo proroghe, il 30 settembre. L’attività investigativa del CFS ha portato al deferimento all’Autorità Giudiziaria di sette uomini, ritenuti responsabili di altrettanti incendi verificatisi nel territorio calabrese, e precisamente quattro nel cosentino, uno nel catanzarese, uno nel crotonese e uno nel reggino. Sei indagati dovranno rispondere del reato di incendio boschivo colposo e uno di incendio boschivo doloso. Dagli accertamenti effettuati e da alcune testimonianze è emerso che sei incendi sono divampati in seguito all’abbruciamento dei residui vegetali, pratica agricola che in questo periodo di massimo rischio incendi, in Calabria, è assolutamente vietata durante tutto l’arco della giornata e senza alcuna eccezione. Un incendio, invece, è stato causato da un pastore con l’intento di rinnovare il pascolo. Tutti gli indagati, tra cui un pregiudicato, denunciati ai sensi dell’art. 423 bis del codice penale, rischiano la reclusione da 4 a 10 anni; nel caso di incendio boschivo colposo la pena prevista è la reclusione da 1 a 5 anni. Tali pene potranno aumentate in presenza di circostanze aggravanti. In tema di prevenzione degli incendi boschivi l’ordinamento giuridico prevede anche sanzioni amministrative: ai sensi della legge quadro sugli incendi boschivi n. 353/2000 e della L. R. 9/1996, sono stati elevati venti verbali per un ammontare complessivo di circa quarantamila euro. Continua l’attività di tutte le articolazioni periferiche del Corpo Forestale dello Stato, e in particolare del N.I.A.B. (Nucleo Investigativo di Antincendio Boschivo), personale specializzato nell’applicazione di specifiche tecniche investigative volte all’accertamento e all’individuazione dei responsabili degli incendi. In particolare, oltre alla raccolta di eventuali testimonianze, viene adottato il M.E.F. (Metodo delle Evidenze Fisiche), che permette di ricostruire l’evoluzione dell’incendio attraverso gli indizi che questo ha lasciato nel suo passaggio e di classificarne la causa. Le indagini, quindi, proseguono senza sosta e non si escludono ulteriori sviluppi positivi.

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