Doctor Strange

Ormai l’universo cinematografico Marvel non ha bisogno di molti preamboli, soprattutto se le nuove pellicole in uscita prevedono il racconto delle origini di un supereroe come il Doctor Strange. Non c’è tempo per ricapitolare a che punto della linea temporale, rispetto agli Avengers, ci troviamo, (anche se è bene sapere che Doctor Strange è il secondo film che apre la “fase 3” del Marvel Cinematic Universe, ovvero subito dopo Civil War e poco prima di Infinity War) lo spettatore non vuole neppure saperlo perchè a rapirlo, già dalle prime scene, è l’ego di questo chirurgo dalla battuta sempre pronta. Eppure, siamo abituati a caratteri forti come Tony Stark (alias Iron Man) e alla tecnologia di avanguardia che lo accompagnano in ogni avventura.

Al contrario del caro ‘robotico’ amico Tony, la grandezza dell’ego del dottor Strange non ha nulla a che vedere con armature e scudi di Vibranio, ma con il mondo della magia. Una sfida filmica per il regista Scott Derrickson, che ha dovuto dosare bene originalità e tradizioni targate Marvel Studios, per rendere Doctor Strange un film, sì legato alla grande linea narrativa nata con gli Avengers, ma soprattutto profondamente radicato nella crescita e nel cambiamento del protagonista, che vede così rispettare le regole dettate dal “Viaggio dell’eroe”.

Impossibile non accostare la pellicola di Derrickson a Inception di Nolan, in merito agli effetti speciali dedicati alla manipolazione urbana da parte dei personaggi e della loro visione pluridimensionale, mentre è necessario porre l’attenzione su quanto Derrickson prenda il largo dal metodo Nolan quando accompagna Strange in viaggi quasi allucinogeni e caleidoscopici. Un mondo psichedelico quello presentato da Derrickson, che stuzzica lo spettatore facendolo sentire a casa, lo stile Marvel rassicura, sempre, e al tempo stesso in perenne viaggio, lo stupore e l’emozione di un primo appuntamento col nuovo eroe.

Ilenia Borgia – Critico Cinematografico

banner

Recommended For You

About the Author: Ilenia Borgia