L’Area Metropolitana dello Stretto: un’opportunità per Reggio Calabria

Insieme alla vicenda che sta interessando il porto cittadino e che potrebbe vedere concretizzarsi lo sciagurato disegno di trasferimento del traffico gommato pesante da Villa San Giovanni a Reggio, Azione Nazionale riapre, in chiave propositiva, una finestra sul tema dell’Area Metropolitana dello Stretto, un progetto di ampio respiro che potrebbe significare grande possibilità di sviluppo per il territorio. Non tutti sanno, infatti, che è approvato il “Regolamento della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto”, che ha costituito ufficialmente l’Area Metropolitana dello Stretto, una realtà territoriale insediativa complessa che comprende le due città metropolitane di Reggio Calabria e Messina e che ha sempre rappresentato un nodo irrisolto per il sistema dei trasporti e mobilità in ambito locale e regionale. Lo sviluppo del territorio metropolitano quindi non può prescindere da un sistema di trasporti che assicuri una risposta efficiente ed adeguata agli standard nazionali ed europei rispetto il trend crescente della domanda di mobilità. I dati rilasciati da ISTAT in merito al “pendolarismo” evidenziano una domanda di mobilità nell’Area dello Stretto di poco inferiore a 5.000 spostamenti giornalieri per i motivi lavoro e istruzione, tralasciando il flusso continuo veicolare che si registra per gli altri motivi (occasionale e commerciale). Tuttavia, il livello offerto dai servizi di mobilità appare insufficiente e non all’altezza delle esigenze dell’area metropolitana. Per cui, volendo fare il punto sugli aspetti critici del sistema, emerge che:

  • il servizio è limitato da un orario di “fine corsa” troppo anticipato rispetto alle esigenze del territorio (dopo le 21.00 non è possibile attraversare lo Stretto di Messina con mezzi veloci);

  • le frequenze sono troppo ridotte e la regolarità dei servizi è scarsa a causa, principalmente, del numero limitato di mezzi e della loro vetustà;

  • le stazioni marittime necessitano di un restyling in quanto insicure e scarsamente efficienti, seppur la Stazione di Reggio Calabria – Porto sia stata interessata di recente da appositi interventi;

  • i servizi marittimi non sono coordinati con i Trasporti Pubblici Locali.

Ciò che occorre, dunque, è una pianificazione coordinata della politica dei trasporti per garantire la corretta funzionalità della mobilità, motore di sviluppo fondamentale dell’economia locale. In tale contesto Azione Nazionale chiede che si faccia quadrato tra le Istituzioni in una visione unitaria del sistema trasportistico locale, attraverso la realizzazione di piani regionali dei trasporti di Calabria e Sicilia che siano in grado di pianificare e definire le linee guida strategiche per la gestione della mobilità dell’area in un’ottica di riequilibrio modale e miglioramento dell’accessibilità del territorio, attraverso l’individuazione delle potenzialità degli obiettivi da perseguire.  Il sistema, infatti, sconta ancora l’arresto in termini di investimenti (infrastrutturali e non), poiché nonostante il grande aumento di viaggiatori e l’aumento del transito di veicoli, non sono cambiate le condizioni di traghettamento (gli approdi sono quasi tutti gli stessi degli anni ’70-’80 ed i traghetti hanno registrato un mimino abbassamento dell’età media). Un sistema di Trasporto Pubblico Locale intermodale, ad esempio, rappresenta un importante strumento di coesione economica, sociale e territoriale ed è un mezzo fondamentale per la riduzione dell’impatto ambientale della mobilità.

In questa ottica, Aziona Nazionale ha individuato alcune azioni che si rendono necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Risulta, anzitutto necessario fare coincidere gli orari delle linee di trasporto su gomma con i servizi regionali ferroviari e marittimi, individuare aree di parcheggio utilizzabili per l’interscambio ed identificare soluzioni tariffarie integrate che coinvolgono le diverse modalità di trasporto pubblico e privato volte alla diffusione di pratiche di interscambio.

Tutto ciò anche in previsione di nuove formule di servizio che possono emergere con l’approccio dell’Economia della Condivisione (Sharing Economy), ricordando che il Comitato delle Regioni della Unione Europea evidenzia come l’Economia della Condivisione “rappresenti la trasformazione-inversione di marcia o la transizione di determinati settori dell’attuale modello economico verso tradizioni economiche e modelli economici consolidati, che costituiscono alternative a forme dell’economia di mercato ad elevata intensità di capitale”.

Altra importantissimo tassello riguarda la valorizzazione delle potenzialità turistiche dell’area dello Stretto in un’ottica di miglioramento dell’accessibilità dell’Aeroporto dello Stretto e di riqualificazione dell’area portuale di Reggio Calabria finalizzata all’incremento del turismo crocieristico e da diporto, certamente da preferire allo scellerato e scongiurando progetto di traghettamento dei TIR. Il programma è certamente impegnativo, ma la sua realizzazione potrà dare davvero l’imput ad un processo di conurbazione foriero di risultati concreti e garantire a Reggio un posto di rilievo nell’ambito delle politiche di sviluppo dello Stretto, consentendole di giocare quel ruolo di baricentro del mediterraneo che era stato individuato nel recente passato dalle amministrazioni di Centro Destra.

Azione Nazionale Reggio Calabria

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