Reggio Calabria, “oltre ai bilanci economico finanziari, anche quelli sociali e di genere”

Una città che va bene per i bambini, le donne e per i più deboli è una città che va bene per tutti (e iniziamo a scrivere oltre ai bilanci economico finanziari, anche i bilanci sociali e di genere)! L’obiettivo di inserire le esigenze dei bambini già nella fase di pianificazione e programmazione del territorio deve necessariamente essere raggiunto per viverla la città in maniera adeguata. I bambini sono una voce fuori dal coro dei tradizionali interlocutori della contrattazione urbanistica (costruttori, comitati di quartiere, associazioni di categoria…), un soggetto sociale a pieno titolo che rivendica il diritto a una cittadinanza effettiva, che chiede con cognizione di causa di partecipare al disegno di una città che tenga finalmente conto delle loro esigenze elementari, spesso trascurate o negate, e s’impegni a rendere visibile la loro presenza. Solitamente lo spazio di intervento coincide con una zona “critica” del contesto urbano: un quartiere degradato, un abitato periferico in via di riqualificazione, un’area verde da attrezzare opportunamente rispetto alla fisionomia dell’utenza locale. In una o più scuole della zona, in collaborazione con i docenti della città, si deve avviare un percorso di lettura e comprensione del territorio, con indagini sul campo e raccolta di dati, che vede i ragazzi protagonisti assoluti dell’azione di ricerca e documentazione: fotografano, filmano, intervistano i residenti, narrano o simulano microstorie, scoprono disfunzioni e carenze, ma anche potenzialità e tesori nascosti, del loro quartiere. Dai materiali raccolti prende gradualmente forma il modello di città “a misura di bambino”, in cui percorsi pedonali protetti, piste ciclabili, spazi ricreativi, aree verdi attrezzate e ben collegate, cortili condominiali restituiti al gioco e alla socializzazione intrecciano una trama di opportunità e di esperienze per i bambini per farli muovere in libertà, senza la scorta di mamme-taxi o baby-sitter, giocare in spazi salubri, sentire l’ambiente circostante amico, sicuro, rispondente. Questo nuovo “sentimento della città” si raffigura direttamente nelle mappe territoriali disegnate dai bambini. Qui la rappresentazione frazionata del quartiere come somma di punti isolati, specie di casa articolata in stanze-funzioni – aula scolastica, giardini pubblici, palestra, gelateria…- viene superata da una percezione dinamica dell’ambiente circostante integrato dalla rete dei collegamenti e delle vie di connessione, i “corridoi” che uniscono le stanze dell’appartamento urbano. Ricompare la strada come spazio delle relazioni sociali, occasione di incontro col mondo esterno, terreno di avventura. E’ una cartografia semplificata, facilitata rispetto a quella specialistica, ma senz’altro più eloquente ed espressiva: gli urbanisti possono leggere queste tavole, raffrontarle con le loro, e così sintonizzare anche sulla soddisfazione dei bisogni dell’infanzia le strategie del rinnovamento urbano. Questo il sogno di ogni genitore , certo che un giorno questo sogno si realizzerà.

Reggio Calabria 29 12 2016 – Presidente Associazione di Volontariato – DON MILANI – FILIPPO POLLIFRONI

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