Riforma della Magistratura, “Se non ora quando?”. Gratteri sollevava pubblicamente il problema corruzione già in Febbraio

di Fabrizio Pace – “Se non ora, quando?! “,  è uno slogan molto attuale che viene richiamato solitamente in un momenti critici.  Insomma lo si utilizza per smuovere le acque su qualcosa che è arenato da decenni. Ultimamente lo si è utilizzato anche relativamente ad una plausibile riforma fiscale, alla costruzione del Ponte sullo Stretto ed anche alla tanto attesa riforma della magistratura. Quest’ultima sta attraversando  un momento  molto delicato. Ha necessità di ri-acquisire parte della fiducia della gente drasticamente compromessa dopo la bufera sollevata dal ” caso” Palamara.

Tornano, in questi giorni, più che mai alla mente le parole che il Procuratore della DDA di Catanzaro, Nicola Gratteri, il quale appena in Febbraio, durante la trasmissione “Mezz’ora in +” condotta da Lucia Annunziata su Rai 3, parlò, tra le altre cose, della corruzione nel mondo togato. “Per quella che è la mia esperienza (premessa: i magistrati non vengono da Marte, sono il prodotto di questa società, l’abbassamento della morale e dell’etica c’è in tutte le categorie negli ultimi decenni) sostanzialmente la struttura della magistratura è sana, però è ovvio che un magistrato corrotto fa un “botto”, fa rumore è molto grave … la gente si allontana da noi, perdiamo tanta credibilità. Il problema della corruzione seriamente c’è, in una percentuale tra il 6% ed il 7%. E’ una cosa, grave, terribile, inimmaginabile impensabile anche perchè noi guadagniamo bene. Abbiamo uno stipendio che ci consente di vivere bene … Non c’è giustificazione in quanto non c’è uno stato di necessità è (principalmente) ingordigia  – certo conclude l’argomento Gratteri  – c’è anche il potere è avere incarichi o chiedere incarichi per amici degli amici”.

La “palla”, come si direbbe nel gergo sportivo tanto caro agli italiani, passa adesso inevitabilmente al Capo dello Stato come referente unico e supremo della fiducia e della volontà popolare. Il Presidente Mattarella si era già chiaramente espresso dopo le pubblicazioni delle intercettazioni : «Un quadro sconcertante e inaccettabile», così il 21 Giugno 2019 davanti al Plenum del CSM. Il Colle esclude di fatto uno scioglimento “discrezionale” e,  per rimanere sempre nel gergo sportivo scarica la palla ai partiti, investiti del potere di fare una Legge di Riforma per cambiare il CSM, in modo da evitare definitivamente situazioni e ruoli di commistione tra politica e magistratura. L’auspicio è che una riforma restituisca prestigio,  credibilità  e la percezione del criterio dell’indipendenza della Magistratura, uno dei principi fondamentali della Costituzione Italiana. Pensare che di riforma e di separazione delle carriere e responsabilità se ne parla sin dai governi Berlusconi, almeno 15 anni fa, trasversalmente ed sono sempre stati tutti concordi ma poi  al dunque..   qualcuno si è sempre tirato indietro.

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.