Oggi molto meglio un Presidente del CdM, ma che resti senza partito

di Peppe Giannetto – Un nuovo partito, individuale, anzi su misura. “Rattoppato” addosso all’attuale primo ministro, fortificato da questa maggioranza debilitata, anzi più che debole. È il tormentone della politica post-lockdown. Non che l’allarme sia finito, tutt’altro. Il peggio deve ancora arrivare sotto l’aspetto economico-sociale. Ma a Roma nei palazzi che contano sono dediti all’appassionarsi davanti a scenari improponibili. Così si è materializzato un’ipotetica nuova formazione elettorale lungi dall’essere detto partito. Genesi dal presunto consenso ricevuto da Giuseppe Conte in questi mesi agghiaccianti in cui il premier, ha primeggiato e dominato sull’incertezza dei due principali conviventi del governo, i cinquestelle e i democratici. Potrebbe, forse, valere tra il 10 e il 13 per cento dei voti il partito di Conte, sostengono i sondaggi. Il corrispondente dei sogni elettorali di Bettino Craxi e del Partito Socialista nel periodo della fu prima repubblica. Molto meno dell’equiparabile percentuale stimata, sempre dai sondaggi, a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Una formazione politica in grado di posizionarsi tra il Pd, e ovviamente sorpassando, il M5S, entrambi fondamentali azionisti del suo attuale governo. Il Presidente del Consiglio, con questi numeri ovviamente positivi a danno del M5S, smentisce il parto del suo nuovo partito. Il termine normale della legislatura, con le conseguenti elezioni, è fissato tra tre anni. Dunque perché parlarne?

Oltre a tesaurizzare il consenso conquistato tra i cittadini italiani, Conte si sta operando per confermarsi come leader europeo attendibile e credibile. Non è una coincidenza che gli Stati Generali dell’economia consacrino la prima giornata, domani, ai temi dell’Europa con l’intervento dei sommi del “governo” dell’UE. Da lì devono giungere le risorse per la ripartenza. Su come utilizzarli è prominente la tensione tra M5S e PD, ambedue partiti misteriosi ed enigmatici nell’uniformità dei valori e degli obiettivi. Il nuovo partito individuale sulla figura preminente di Giuseppe Conte potrebbe rivelarsi uno scattante taxi nel ristagno della politica romana. Quale potrebbe essere allora lo scopo di un Conte bis? Argomento da definire. Puntiamo alla ripartenza dopo la pandemia, ribadiscono tutti in ordine angelico. Ma le cacofonie di idee e di visioni è manifesta.

Innovazione, Sanità, Rinnovamento tecnologico, Scuola, Ecologia, Lavoro, nessuno dei suoi sostenitori è tra loro in sintonia. Ma oltre le sopraindicate elencazioni ci sono le attività di governo da adottare. Qui lo scenario si fa ancor più disordinato. Né concorre alla limpidezza l’esistenza dell’ingombrante partitino proprio di un altro (ex) premier, Matteo Renzi. L’esercizio esagerato ed eccessivo della politica opportunista rischia così di allontanare gli elettori, invece che impossessarsi del mondo sommerso degli astenuti. Sarebbe meglio allora concentrarsi sulla consistenza dei programmi. Se dai tanto criticati e biasimati Stati Generali non dovessero giungere idee e proposte vigorose, effettivamente realizzabili, sarebbe indubbiamente una bella mazzata per Conte premier con la voglia di farsi un partito. Allora la palla nel cerchio del centrocampo l’afferrerebbe. Il Presidente Mattarella e fischierebbe il game over per il premier attuale senza partito, ma sempre con il desiderio di tenersi il pallone tra i piedi e giocare da solo per l’irrealtà e l’attuale inconsistenza del PD e M5S.

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1