Una Domenica sul Corso Garibaldi, molte persone ma nessuno gridi all’untore

di Peppe Giannetto – Piene le strade dello shopping, il corso Garibaldi, la via Aschenez e anche il lungomare, il più bel chilometro d’Italia come lo battezzò D’annunzio, ma sono state mantenute globalmente le misure antiCovid-19. In questa settimana di dicembre che preannunzia il Natale c’è chi esce per fare compere e strenne e chi esce per vedere se in giro ci sono amici da incontrare.

E gli amici che s’incontrano sono tanti e quelli che poi ti scrivono su WhatsApp, ti ho visto ma stavi parlando e non ti ho voluto disturbare ma mi ha fatto piacere averti riconosciuto nonostante la mascherina. Tutto questo ci ricorda la canzone di Naip, uno dei partecipanti di XFactor giunto giovedì alla tappa conclusiva del popolare talent di Sky, che nel suo pezzo cantava: “In giro c’è un sacco di gente, seguita da un sacco di gente, seguita da un sacco di gente…”. Anche ieri, in una “bella” mattinata di pioggia, il centro di Reggio era colmo di un mucchio di gente. Il corso Garibaldi lo era, con i negozi aperti e addirittura le file all’esterno ordinate nel non creare ressa all’interno di questi.

di Federica Romeo

Le vie della prima periferia un po’ meno frequentate. Il lungomare nelle prime ore antimeridiane era colmo di gente, a piedi, in bici, coi pattini o con gli inseparabili amici a quattro zampe. Ma la maggior parte di queste “persone seguite da un mucchio di persone” portava, nella pressoché interezza dei casi, la protezione protettiva e non c’erano affollamenti; per affollamenti calcoliamo dalla decina di persone in su a formare un unico raggruppamento senza alcun distanziamento sociale (ma sarebbe meglio, affermare distanziamento fisico, visto che il distanziamento sociale “sfortunatamente” avanza in modo rapido anche in assenza di virus, germi, coronavirus o pandemie molteplici). E perciò, cosa ribadirà chi ci sta leggendo?

Ieri il centro aveva le medesime sembianze degli anni passati. Ma facciamo attenzione ad innalzarci a fustigatori, censori a critici. Perché ormai urlare, sbraitare “all’untore” è uno sport, una disciplina non solo sportiva in voga in questi tempi. Ma la considerazione è una e una sola: se la zona gialla, quale è la Calabria, prevede che le persone possano uscire dalla propria abitazione fino alle 22, che i negozi, i bar e i ristoranti possano rimanere aperti (bar e ristoranti fino alle 18), che si possa andar per negozi, che ci si possa muovere da un comune all’altro, quindi, allora chi esce che colpa ha, quale peccato fa? E chi esce critica e giudica: “ma guarda un po’ quanta gente che c’è . Ma cosa dobbiamo aspettarci?”, da quale pulpito lo fa.

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